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Chianalea Olio 2018 (foto Galleria Toma Reggio Calabria) e nel riquadro l’artista Stellario Baccellieri – Scorci di Scilla e Chianalea, la processione dei fedeli al seguito della Vara della Madonna della Consolazione di Reggio e i frequentatori del Caffè Greco di via Condotti a Roma, del Caffè Florian a Venezia, del Caffè Pedrocchi a Padova, del Bar della Posta a Cortina. Cosa tiene insieme questi mondi così diversi e lontani se non l’umano che li attraversa, che li anima, che li ammira restandone rapito, emozionato e ammaliato. Un umano che le pennellate decise, e al contempo delicate, del maestro reggino Stellario Baccellieri, apprezzato a Roma, in Italia e oltreoceano, ha raccontato nel suo intenso percorso pittorico ed emotivo.
Con Reggio sempre nel cuore, ha alimentato la sua ecletticità e la sua poliedricità nutrendosi delle atmosfere dei salotti dell’elite nella Capitale. Ma qui è tornato per andarsene. È scomparso ieri nella sua Reggio Calabria dove sarà sempre ricordato con il suo cappello e i suoi colori, prolungamento delle sue mani e della sua anima.
I suoi racconti su tela

La vitalità contagiosa della Tarantella, la fervida devozione alla Madonna della Consolazione dei reggini, il sacrificio in dono alla storia delle Bagnarote, sono solo alcuni dei racconti di vita sfiorati dalle sapienti pennellate del maestro reggino.
Alcuni di questi racconti sono stati al centro della personale di Natale (2009 -2023) che esattamente un anno fa era stata allestita nella cornice della rinnovata galleria Toma di Reggio Calabria. «L’omaggio che il celebre “poeta errante” dedica alla città e condivide con il suo affezionato pubblico. Con grande freschezza – si legge nella nota critica – in mostra il suo affascinante racconto e i suoi itinerari più iconici. Il sentimento cangiante di albe e tramonti, che nasce dall’intimo incontro tra il genio dell’artista e il capriccio della natura, ci offre momenti di autentica contemplazione e visioni di intensa spiritualità, in un viaggio che percorre con eleganza e sensibilità i mille sentieri dell’animo umano».
Dalle suggestioni della Costa Viola a quelle di Capri e alle atmosfere del Carnevale di Venezia. Un viaggio tra i colori di un’anima che tra Roma e Reggio, tra la Capitale e lo Stretto ha oscillato costantemente, tessendo una trama di sfumature di grande intensità emotiva e pregnanza artistica.
Il ricordo
«Un artigiano dell’arte che viveva d’arte e un amico». Così lo ricorda gallerista anche lui di Reggio Calabria, Giovanni Morabito «Ci piaceva molto scherzare, prenderci in giro affettuosamente. Ogni volta che ci incontravamo a Roma, anche al Caffè Greco, era sempre un gioco», direttore artistico della Galleria d’arte Contemporanea Monogramma in via Margutta a Roma.
«Arrivederci, Stellario. È appena andato via e già mi assalgono i ricordi.
C’è in particolare – racconta Anna Maria Franco, responsabile di palazzo Crupi – una scena che ho davanti agli occhi come in acquerello. Lui davanti al portone del Palazzo della Cultura che impreca contro la segreteria telefonica del mio numero di cellulare mentre io scendo in fretta le scale per andarlo a salutare. Una risata fragorosa e un abbraccio denso di affetto. Di quelli che non dimentichi.
E poi la lucida analisi della situazione politica attuale e le riflessioni sul silenzio di tanti. Inaccettabile per lui che ha urlato con la forza del pennello l’amore verso la sua Città, ritraendo ciò che ad altri sfugge e nutrendo gli animi di bellezza.
Amo il suo spirito libero, scevro da condizionamenti di alcun tipo, il suo incedere deciso per la sua strada. Mi è stato accanto in un momento assai triste della mia vita e per questo lo ringrazio ancora. Lo ringrazio per la sua amicizia, per avermi indicato che l’ironia è una potente arma per demolire coloro che alimentano di stupidità la loro vita. Lo ringrazio per la sua geniale bizzarria e lo ringrazio per averci regalato la sua arte che supera la morte e lo colloca fra i personaggi più illustri della nostra terra». Così conclude il suo ricordo racconta Anna Maria Franco, responsabile del palazzo della Cultura Pasquino Crupi di Reggio Calabria.

Lo ricorda con affetto e gratitudine anche Giovanni Suraci, scrittore e poeta reggino, anche coordinatore del premio Poesia per la Pace, patrocinato dal comune di Santo Stefano in Aspromonte. «Dopo aver letto la bozza del mio romanzo “Due verità svelate”, il caro Stellario realizzò il dipinto poi trasposto sulla copertina del volume. Ritraeva la bellezza della Calabria in contrasto con le ciminiere posizionate sulle spiagge e a ridosso del nostro splendido mare».
Tra lo Stretto e la Capitale
Stellario Baccellieri era nato e cresciuto a Reggio Calabria dove aveva iniziato a coltivare il suo talento e la sua vocazione per la pittura. Aveva ritratto persone e paesaggi, cogliendo tutta la luce e l’incanto dei panorami e anche tutto l’orgoglio di una quotidianità dura e faticosa.
Amico del maestro Giorgio De Chirico, conquistato con un ritratto fatto estemporaneamente nello storico Caffè Greco di via Condotti a Roma dove si era trasferito nel 1976, Baccellieri si era poi immerso nella Dolce Vita dei salotti romani.
Aveva ritratto Federico Fellini, Giulietta Masina, Valentina Cortese, Liz Taylor e Gina Lollobrigida, e si era trovato accanto a Sandro Pertini, ai reali di Svezia, a Carlo d’Inghilterra e a Lady Diana.
Anche nel Caffè Greco aveva iniziato a osservare l’umano. Lo aveva esplorato con il suo talento. Uno sguardo, quello di Stellario Baccellieri, posato poi anche sui frequentatori del Caffè Florian a Venezia, del Caffè Pedrocchi a Padova, del Bar della Posta a Cortina, fino poi giungere a Capri dove, ritrovando le luci e le suggestioni intime delle sue origini, le aveva fuse con le successive esperienze mondane.


