Il procuratore della Dda di Reggio Calabria invita a guardare con fiducia alle nuove tecnologie come strumenti per migliorare l’efficacia delle indagini, sottolineando che la criminalità evolve anch’essa grazie alla tecnologia. È dunque necessario adottarla in modo corretto e regolato, per non lasciare alla criminalità un vantaggio
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
Nel suo recente intervento sul rapporto tra giustizia e innovazione, durante l’inaugurazione dell’anno accademico, il procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, ha offerto una riflessione lucida sull’applicazione dell’intelligenza artificiale alle indagini, sottolineando l’importanza di un approccio equilibrato, consapevole e orientato al bene comune.
«Una cosa è fare predizione, una cosa è anticipare la previsione, avvalendosi dell’intelligenza artificiale», ha spiegato Lombardo, ricordando che la tecnologia «va utilizzata bene, ma va utilizzata tenuti ovviamente in considerazione proprio perché le insidie sono tantissime, soprattutto se parliamo di intelligenza artificiale generativa». In ambito giudiziario, ha aggiunto, «le insidie si amplificano in modo esponenziale».
Il magistrato ha ribadito come l’AI Act europeo vieti esplicitamente la polizia predittiva: «È evidente che non si possa utilizzare uno strumento in quella direzione». Tuttavia, ha precisato, «non vieta l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per anticipare delle previsioni. Previsione è una cosa, predizione è un’altra».
Lombardo ha quindi invitato a non demonizzare le nuove tecnologie, ma a valorizzarne le potenzialità in modo etico e regolato: «Utilizziamoli nel giusto rispetto di quelli che sono i parametri normativi e delle loro potenzialità attuali».
Secondo il procuratore, guardare all’intelligenza artificiale in senso positivo è fondamentale, perché anche la criminalità organizzata evolve e sfrutta la tecnologia per delinquere. Restare fermi o rifiutare l’innovazione significherebbe, dunque, lasciare spazio a chi usa gli strumenti digitali per scopi illeciti.
L’obiettivo deve essere, piuttosto, quello di contrastare con competenza, strumenti all’avanguardia e regole chiare, costruendo un sistema investigativo capace di anticipare le mosse della criminalità, senza mai violare i principi dello Stato di diritto.
In questa prospettiva, l’intelligenza artificiale non è un rischio da temere, ma una risorsa da comprendere e governare, perché — come ricorda Lombardo — solo se utilizzata con equilibrio e responsabilità può diventare un alleato prezioso della giustizia.

