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Il cuore della mobilitazione reggina per Gaza ha battuto dentro e fuori l’ospedale metropolitano. Il Gom di Reggio Calabria si è unito alla rete nazionale di “Luci sulla Palestina – 100 ospedali per Gaza”, trasformando un presidio di cura in un luogo di memoria e denuncia. Una folla composta da medici, infermieri, cittadini e attivisti ha acceso piccole luci all’ingresso dei reparti, mentre nell’aria risuonava la lettura dei 1677 nomi degli operatori sanitari uccisi nei bombardamenti israeliani.
Un silenzio carico di emozione ha accompagnato il lungo elenco, interrotto solo da poesie lette dagli stessi sanitari, versi che hanno dato voce al dolore e alla resilienza del popolo palestinese. Non sono mancati i riferimenti alla strage di giornalisti caduti sotto i raid, bersagliati per impedire la cronaca e spegnere la verità sull’assedio.
L’iniziativa, promossa dalle reti #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza, è stata sostenuta anche da Cgil e Usb Calabria, che hanno scelto di non esibire simboli sindacali. Una scelta precisa: davanti alle bandiere palestinesi, la difesa dei diritti umani non conosce sigle né appartenenze, ma unisce al di là delle ideologie.
Accanto al momento vissuto al Gom, Reggio ha voluto ribadire la sua solidarietà anche in piazza. Dopo l’abbordaggio della marina israeliana che ha fermato 45 barche della Global Sumud Flotilla, la città si è stretta intorno agli attivisti ancora in mare, tra cui i reggini Dario Liotta e Nando Primerano imbarcati sulla Brucaliffo Al-Awda. Un corteo con striscioni e bandiere ha attraversato le vie del centro fino a piazza Carmine, preludio alla veglia di luci e preghiere in ospedale.
Al Gom di Reggio Calabria, le luci accese e i 1677 nomi letti hanno reso visibile un dolore che non conosce confini. È rimasto il silenzio, denso e potente, a dire che Gaza non è lontana e che la memoria dei caduti pesa anche qui.