Si è svolta a Reggio Calabria la prima giornata del convegno “Le intercettazioni telefoniche, le  valutazioni di professionalità, le riforme costituzionali: approdi e  prospettive”, organizzato dall’associazione di magistrati Unità per la Costituzione – UniCost (Direzione Nazionale e Segreteria distrettuale di Reggio Calabria), in collaborazione con il Centro Studi “Nino Abbate” e la Rivista “Diritto, Giustizia e Costituzione.

Ha portato in apertura il suo saluto la segretaria nazionale di Unicost, Mariarosaria Savaglio: “Non appena  è stato annunciato il progetto di riforma costituzionale della giustizia, la magistratura ha evidenziato le diverse criticità all’interno di questo disegno di legge. Sono in discussione i principi di indipendenza esterna ed interna della giurisdizione, dell’obbligatorietà dell’azione penale e dell’unicità della giurisdizione. Abbiamo ritenuto importante, anche in questo convegno a Reggio Calabria, continuare il dibattito su una riforma che non renderà la giustizia più efficiente o migliore”. Hanno fatto seguito i saluti anche di Caterina Chiaravalloti e Adriana Costabile.

Nel panel seguente, moderato da Elisabetta Ceniccola (Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione), Antonio Corbo (Consigliere della Corte di Cassazione), con riferimento all giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ha sostenuto come il tema delle intercettazioni sia assimilato all’acquisizione dei dati sensibili, ovvero “all’assimilazione tra captazioni classiche con le acquisizioni dei tabulati”. “La Corte Europea dei diritti dell’Uomo considera il nostro sistema in linea con la CEDU […] Il tema è quello dei diritti dei terzi”, come emerge dalla Sentenza del 12 gennaio 2023 Potoczka e Adamco c. Slovacchia, affinchè “ci sia una autorità indipendente che autorizzi le intercettazioni (che non è necessariamente un giudice), e un provvedimento motivato […] Ci devono essere ragioni fattuali per sospettare che una persona progetti, commetta o abbia commesso gravi reati […] e non c’è altro metodo per acquisire la prova […] la captazione non deve riguardare necessariamente un indagato […] e servono ragioni che giustifichino la captazione di terzi”.

Maria Teresa Maligno (Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Palermo) ha citato la Sentenza Cavallo, che ha introdotto un limite all’utilizzo delle intercettazioni, osservando come abbia prodotto molte assoluzioni. E’ seguito un botta e risposta fra il senatore di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, che ha sintetizzato le recenti riforme della maggioranza, a cui ha controbattuto il senatore del Pd Walter Verini, sostenendo che esse rappresentano un “grave colpo alle intercettazioni come strumento di indagine” in molte scelte del governo relative al divieto di queste ultime in molti reati, come quelli contro la Pubblica amministrazione. “Siamo molto preoccupati per il clima […] come “alzare le soglie per gli affidamenti diretti o aumentare i subappalti […] vorremmo valorizzare il ruolo dell’Anac” […] e il reato di resistenza passiva previsto dal ddl Sicurezza “lede il diritto alla manifestazione”.

Ha ribattuto Zatterin: “Nessuno vuole porre limiti alle intercettazioni o trojan nelle fattispecie di mafia e terrorrismo”.  “Partiamo dai casi concreti: caso Toti: 3 anni di intercettazioni, 1500 ore di lavori socialmente utili”, chiede retoricamente il forzista. Con riferimento al il limite di 45 giorni per le intercettazioni introdotto dalla riforma Nordio su emendamento di Zatterin, il senatore nota: “Riguarda solo le proroghe a stampone […]”. Prosegue l’esponente della maggioranza, rispondendo a Verdini, che ritenere che con la riforma Orlando siano finite le diffusioni arbitrarie delle intercettazioni è falso, come dimostrano i casi del governatore Zaia, e del sindaco di Santa Marinella, Tidei, nel Lazio.E’ la volta della vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno che osserva come l’Italia sia capofila nella capacità di lottare contro le mafie e la riforma delle intercettazioni pone dei rischi, “fermo restando il sacrosanto garantismo”. I lavori sono continuati con l’intervento di Giuseppe Amato (Giudice del Tribunale di Reggio Calabria).