martedì,Aprile 16 2024

Piazza De Nava a Reggio, il Comitato: «Serve solo restauro conservativo» – VIDEO

Vitale: «Anni fa fallì il progetto comunale rispettoso dei luoghi. Ora si procede con la Soprintendenza che ha riproposto il progetto, ma con costi molto superiori»

Piazza De Nava a Reggio, il Comitato: «Serve solo restauro conservativo» – VIDEO

Per piazza De Nava a Reggio servirebbe solo un restauro conservativo, come quello proposto anni or sono dal Comune. Il Comitato civico Piazza De Nava nutre ancora la speranza di fermare il progetto di ristrutturazione del sito che è già i fase avanzata.

Stamattina riunione del sodalizio con l’obiettivo di divulgare «documentazione inedita, acquisita con accesso agli atti, sul progetto di riqualificazione». In particolare si tratta di un documento comunale del 2007 in cui piazza de Nava risulta sottoposta a vincolo paesaggistico ambientale, da qui anche la necessità di salvaguardare il patrimonio arboreo.

Come spiegato da Enzo Vitale, presidente della Fondazione Mediterranea e portavoce del Comitato: «Anche alla luce dei documenti acquisiti con un accesso agli atti del Comune di Reggio, la posizione del Comitato è sostanzialmente identica a quella assunta dalla Soprintendenza tempo addietro.

Il Comune, circa dieci anni fa, aveva deciso di fare un intervento rispettoso con rifacimento delle aiuole, sostituzione delle mattonelle, pulizia e la Soprintendenza aveva imposto rispetto dei luoghi, vincoli stringenti sul progetto comunale quando si voleva fare un’opera di restauro per una spesa di 25 volte inferiore a quella prevista attualmente. Quel progetto fallì. Adesso è la Soprintendenza a riproporre il progetto, con costi molto superiori. Questo desta perplessità».

Le modifiche al progetto

Appello dunque alle normative che consentono di intervenire per modificare il progetto e renderlo rispettoso della storia cittadina, della memoria collettiva come deliberato all’unanimità dal Consiglio Comunale nella seduta del 31 gennaio del 2022.

Per il docente di Urbanistica all’Università di Firenze, Alberto Ziparo: «Il progetto va modificato radicalmente – afferma – e le modifiche in corso d’opera, ammesse dalla normativa, in genere capitano dopo il progetto definitivo e prima del progetto esecutivo quando ci si accorge che ci sono elementi ostativi, elementi inamovibili e allora va cambiato il progetto».

Luogo della memoria

Lo storico Pasquale Amato sottolinea «l’importanza al punto di vista della memoria storica della piazza, nata sulle macerie del rione Santa Lucia, totalmente raso al suolo dal terremoto del 1908 e rappresenta un momento un momento della ricostruzione particolarmente felice, che fu quello di allungare verso nord il corso Garibaldi e di fare della piazza una specie di salotto che introduceva al corso.

Una piazza che rappresenta il simbolo della ricostruzione nella memoria della città e anche per questo deve essere sottoposta a un restauro conservativo come tutte le piazze storiche e non certamente a una demolizione come quella prevista dal nuovo orribile progetto».

La lettera al ministro

Infine Franco Arillotta, presidente dell’associazione Amici del Museo ha reso pubblica la lettera inviata il 16 gennaio scorso al ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano con la quale denuncia «che il progetto infrange il dovere diritto di una generazione di consegnare alla generazione successiva intatto il patrimonio che ha ricevuto dalla generazione precedente – il progetto inoltre – offende la sensibilità dell’intera cittadinanza e viola il principio costituzionale di democrazia attiva perché nessuna proposizione ufficiale gli organi statali progettisti hanno mai fornito alla città, malgrado la loro iniziativa comporti una modifica integrale e definitiva dell’assetto urbanistico del centro storico di Reggio.

Su un intervento così massimo da poter essere realisticamente definito di demolizione questa città diritto di esprimersi ufficialmente nessuno soprattutto ne attesta tale può ignorare questo suo diritto».

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