Bova ha riaffermato ieri sera la sua vocazione di capitale culturale dell’Area Grecanica con la terza edizione del Premio “Chòra tu Vùa – Cultura e Territorio”. Il borgo aspromontano si è fatto teatro di una celebrazione che ha raccolto personalità di spicco, scuole e cittadini, restituendo l’immagine di una Calabria che sceglie di guardare avanti.

A condurre la serata è stato l’attore Gigi Miseferi, che ha accompagnato il pubblico tra momenti di spettacolo e riflessione, in un intreccio che ha reso vivo il senso stesso della manifestazione. A portare i saluti dell’amministrazione comunale, in primis, il sindaco Santo Casile. «Siamo al terzo anno di una manifestazione artistica e culturale che intendevamo storicizzare, e ci stiamo riuscendo», ha affermato.

Il vicesindaco Gianfranco Marino, nel suo intervento, ha delineato l’anima del Premio: «L’obiettivo è mettere in luce le caratteristiche e le eccellenze del territorio dell’Area Grecanica e, al tempo stesso, aprirci al resto della Calabria. È il ruolo che Bova si è ritagliata negli ultimi anni: punto di riferimento metropolitano e regionale per iniziative culturali di varia natura».

Dal giornalismo al cinema, dall’arte allo sport, l’edizione 2025 ha premiato figure che hanno saputo valorizzare la Calabria. Sul palco sono stati consegnati i riconoscimenti a Paolo Di Giannantonio per il Giornalismo, Alessio Praticò per il Cinema, Florindo Rubbettino per l’Editoria, Franco Iacopino per lo Sport, Gerardo Sacco per l’Arte, Fabio Mollo per la Regia e Domenico Stranieri per la Narrativa.

Il premio destinato alla categoria Network è andato a Domenico Maduli, presidente del gruppo LaC, realtà che ha trasformato il modo di raccontare la Calabria. A ritirarlo, sul palco di Bova, la vicedirettrice de ilReggino.it Elisa Barresi. Il premio è il riconoscimento di un progetto editoriale che ha fatto della narrazione autentica della regione una missione quotidiana. LaC ha saputo unire informazione e visione, diventando piattaforma di racconto collettivo e finestra capace di portare la Calabria oltre i suoi confini geografici.

La presenza del Network come media partner ha dato spessore e respiro alla serata, rafforzando la capacità del Premio di farsi narrazione condivisa. LaC non si limita a diffondere notizie: costruisce connessioni, restituisce immagini, plasma un linguaggio in cui il territorio riconosce se stesso. La scelta di premiare il presidente Maduli e di legare l’iniziativa al Network è il segno che Bova e la Calabria vogliono affidare il proprio racconto a chi ha dimostrato di credere in una visione di futuro fondata sulla cultura e sull’identità.

Accanto agli ospiti premiati, ampio spazio è stato dedicato al mondo della scuola. Il progetto Palèa Jenèa – Orme nella storia ha coinvolto gli istituti comprensivi di Bova Marina, Pellaro, Motta–Montebello e le scuole superiori Euclide, Familiari, Gullì e Campanella di Reggio Calabria, protagonisti di un percorso che lega memoria e formazione. «Abbiamo prestato particolare attenzione al mondo della scuola – ha sottolineato Marino – perché crediamo che solo partendo dai giovani si possa dare continuità e futuro al nostro territorio».

Il borgo grecanico, riconosciuto come capitale culturale della minoranza linguistica, ha accolto i premiati in una cornice che ha unito la suggestione del luogo con la forza delle storie personali. Bova non si limita a custodire tradizioni: le trasforma in piattaforma culturale, in laboratorio vivo, in occasione di incontro.

Il Premio “Chòra tu Vùa – Cultura e Territorio” ha così offerto un’immagine della Calabria che non si accontenta di rievocare il passato, ma che sceglie di costruire futuro. Le eccellenze premiate, ognuna nel proprio ambito, rappresentano la parte migliore di una terra che chiede di essere raccontata con coraggio.

In questa direzione il ruolo di LaC è determinante. Il gruppo guidato da Domenico Maduli ha costruito una narrazione che restituisce dignità e prospettiva, facendo della comunicazione un atto di responsabilità. La Calabria, raccontata e diffusa attraverso le sue piattaforme, non appare più periferia silenziosa ma comunità viva, che si guarda allo specchio e si proietta verso l’esterno.                                                                                              

La serata di Bova ha confermato che il Premio non è un evento isolato, ma un tassello dentro una visione più ampia. Un borgo che si fa capitale culturale, un network che diventa cassa di risonanza, personalità che incarnano talento e radicamento. Tutti insieme hanno dato voce a un’unica immagine: la Calabria che guarda al futuro con gli occhi della speranza.