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A seguito delle indagini avviate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, i Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale hanno sequestrato 130 opere delle 170 esposte nelle tre sedi in cui si è svolta la mostra: l’Accademia di Belle Arti, Palazzo della Cultura “Crupi” e Museo Archeologico Nazionale.
L’esposizione, a cura di Jean-Christophe Hubert, era stata inaugurata lo scorso 20 luglio e si sarebbe dovuta concludere il 3 novembre. Tuttavia, le 170 opere originali e after, tra disegni, manifesti, litografie e serigrafie, che tracciano un percorso sull’evoluzione artistica e l’influenza della Pop Art sulla Street Art, avevano riscosso un notevole apprezzamento di pubblico, spingendo i vertici dell’AbaRC, di concerto con il curatore, a prorogarla sino al 5 gennaio 2025.
Le dichiarazioni del Direttore Sacchetti
«La chiusura anzitempo della mostra, in base alle nostre fonti e documentazioni, non ha nulla a che vedere con l’operazione “Cariatide” eseguita dalla Procura di Pisa e ci dispiace che alcune testate abbiano comparato il nome dell’Accademia a questa inchiesta» – ha dichiarato il direttore Piero Sacchetti.
L’Arma dei Carabinieri ha avviato ulteriori accertamenti e, secondo Sacchetti, «siamo a completa disposizione delle Autorità competenti per eventuali chiarimenti e delucidazioni. Qualora fosse confermata, nel seguito delle indagini, l’ipotesi al vaglio degli inquirenti, è evidente che la nostra Scuola sarà parte lesa e farò tutte le dovute azioni per dimostrare la correttezza del nostro operato e l’individuazione dell’altrui responsabilità».
Le garanzie sull’autenticità delle opere
Il direttore ci tiene a precisare che «dietro ogni opera esposta vi è un certificato di originalità». Ha inoltre aggiunto che “la Scuola reggina si è assicurata che ogni opera fosse certificata e che la mostra risulta assicurata dal curatore Jean-Christophe Hubert, da chiodo a chiodo, per un valore di 2 milioni di euro”.
Tutela dell’immagine dell’Accademia
«Ovviamente, sarà mia premura come direttore della Scuola, qualora fosse accertata tale tesi, tutelare nelle sedi opportune l’immagine dell’Accademia e di tutti coloro che hanno lavorato per realizzare questa esposizione» – ha concluso il professore Sacchetti.

