Il cortile della scuola media “Cassiodoro – Don Bosco” di Pellaro ha ospitato, ieri sera, la terza edizione del premio di poesia dialettale “Così è la vita”, un evento dedicato alla memoria di Peppe Stellittano, poeta, artigiano e figura carismatica della cultura calabrese. La serata, arricchita dalle esibizioni dello storico gruppo musicale dei Kalavrìa, ha visto una grande partecipazione di pubblico e, grazie alla magistrale conduzione dell’attore Gigi Miseferi, ha sottolineato l’importanza del dialetto come strumento di conservazione delle radici culturali.

Ottantotto passi di storia

«”Così è la vita” sono ottantotto passi di storia di un libro che io ho scritto su tutti gli inediti che mio padre mi ha lasciato in questo percorso, dicendomi di non tenerli chiusi in un cassetto, ma di farli vedere, di farli ascoltare, di farli assaporare a chi realmente ne vuole gustare». Nino Stellittano, frontman dei Kalavrìa e figlio di Peppe, parla del memorial dedicato a suo padre con orgoglio ed emozione. «Questa sera – prosegue – lo stiamo festeggiando, lo stiamo ricordando perché è stato anche la penna più importante dei Kalavrìa, con i successi più belli che noi abbiamo suonato in tutte le piazze».

Nino ha sottolineato come l’evento non fosse solo un tributo al padre ma anche un’iniziativa per promuovere il dialetto calabrese. «Questa sera – conclude – suoneremo questi suoi canti, queste sue storie, li reciteremo, li canteremo, li faremo conoscere e il premio è stato fatto perché realmente abbiamo dato una borsa di studio a questi ragazzi che si sono cimentati nello scrivere in dialetto calabrese, in dialetto reggino, proprio questi versi, queste poesie dedicate a tutti».

La figura di Peppe Stellittano, ricordato come un uomo di grande umanità e cultura, è stata al centro dell’evento. Stellittano non era solo un artigiano, ma anche un poeta che attraverso le sue opere ha trattato temi di inclusione, amore e amicizia. La sua eredità culturale e morale continua a vivere attraverso iniziative come questa, che coinvolgono le nuove generazioni nella scoperta e valorizzazione delle proprie radici.

La “Cassiodoro Don Bosco” protagonista

La serata, non solo ha reso omaggio a Peppe Stellittano, ma ha anche premiato giovani talenti che hanno partecipato al concorso di poesia dialettale. Diversi premi sono stati consegnati agli studenti dell’istituto, incoraggiandoli a mantenere viva la lingua e la cultura locale.

«Questa è un’occasione imperdibile dal punto di vista educativo – evidenzia la dirigente scolastica Eva Nicolò -. Sentiamo tanto parlare di educazione civica, ma io credo che in un mondo sempre più globalizzato crescere dei cittadini attivi e capaci di abitare il mondo contemporaneo significa partire dalle proprie origini. Un popolo che non conosce le proprie origini e le proprie radici è come un albero, appunto, privo di radici. Quindi, per noi, lavorare su questo fronte vuol dire consegnare ai ragazzi la ricca eredità culturale che hanno alle loro spalle».

Il dialetto come funzione pedagogica

«Sono molto lieto che Nino Stellittano e la dirigente Nicolò abbiano scelto me come direttore artistico del premio» racconta, invece, l’editore Franco Arcidiaco, volto tra i più noti della cultura calabrese. «Sono un appassionato del dialetto, credo fortemente nella sua grande essenza che svolge un ruolo fondamentale per la conservazione della nostra identità. È questa la cosa più importante, e i ragazzi hanno dimostrato di capire e sentire questo sentimento. Quando i ragazzi si cimentano con il dialetto, capiscono e comprendono che è una lingua da portare avanti per non dimenticare quello che siamo stati».

Gigi Miseferi, attore e presentatore della serata, nonché volto noto di LaC assieme al compagno di avventure Peppe Stellittano, ha sottolineato l’importanza della scuola nella tutela delle nostre radici. «È una missione – afferma – e credo lo debba essere per tutte le scuole, quella di tutelare questo patrimonio straordinario che è il dialetto, le radici grazie alle quali ci ricordiamo chi siamo, da dove veniamo e soprattutto dove vogliamo andare. Senza di questo perderemmo la rotta». Miseferi ha lodato l’iniziativa della famiglia Stellittano di promuovere il dialetto attraverso l’erogazione di borse di studio, sottolineando come ciò incoraggi i giovani a mantenere viva questa lingua nonostante le pressioni della globalizzazione.

Premi e premiati

Cinque le poesie premiate e le relative borse di studio assegnate: Ludovica Cuzzocrea con “U dialettu calabrisi”, Francesco Verduci con “Rriggiu, Rriggiu”, Matteo Calarco con “Me mamma”, Antonino Zumbo con “L’amicu” e Daniele Caccamo con “L’amuri vu ricu eu chi esti”.

Il premio per la cultura popolare “Pasquino Crupi” è andato a Giuseppe Ginestra che ha recitato la sua struggente poesia “Va’ nti to mamma”, emozionando il pubblico presente che ha applaudito tra qualche lacrima di commozione. Inoltre, quest’anno, è stato istituito il premio “Un atto d’amore – Tina Ventura”, moglie di Nino Stellittano scomparsa prematuramente, ed assegnato alla scrittrice e poetessa Caterina Sorbara, attualmente impegnata in Taurianova Capitale del Libro 2024.