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Polistena continua a sfornare giovani artisti di talento, anche nel campo della pittura. Un fermento culturale reso possibile anche dal lavoro del Maestro Luciano Tigani e della sua bottega d’arte, da cui stanno emergendo numerosi nuovi talenti pronti ad affacciarsi nel grande mondo dell’arte.
Ieri sera è stato il turno di Antonio Galatà, che ha inaugurato la sua prima mostra personale nel Salone delle Feste. «Già da piccolo incominciavo a dipingere affilando la mia tecnica del pastello» ha dichiarato l’artista, visibilmente emozionato per il traguardo raggiunto.
A portare i saluti dell’Amministrazione Comunale è stata Maria Catena Napoli, Assessore alla Cultura, seguita da un breve intervento di presentazione di Luciano Tigani.
A delineare la figura del giovane artista e i contorni della sua ricerca pittorica è stato invece il professore di Storia dell’Arte Marcello Anastasi.
«Oggi Polistena si arricchisce della presenza di un altro giovane artista, i cui lavori – e soprattutto il Mosè – hanno richiesto oltre 2500 ore di lavoro», ha affermato Anastasi.
«Antonio Galatà sceglie lavori difficili, e utilizza luce e colore per esaltare lo stato d’animo dei suoi personaggi. Tutto questo lo ritroviamo nel “Mosè” adirato con il suo popolo, che continuava a contraddire Dio e a non rispettare le sue regole».
A spiegare il significato dell’opera è stato lo stesso Antonio Galatà: «Il Mosè altro non è che lo stesso Dio. Dopo aver liberato il popolo ebraico dalla schiavitù, Dio si trova davanti a un popolo che continua ad adorare idoli. Il dipinto vuole raccontare la sua arrabbiatura, cogliendone gli aspetti più marcati e profondi».

