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A shot taken in front of a concert stage lit in the night, people are visible waving and clapping, but no one is recognizable.
A Reggio Calabria si vuole far tutto… in un colpo solo. Quantomeno nell’ambito dello spettacolo dal vivo e delle attività culturali. Una visione programmatica che, seppure in forte ritardo – per una città che ambisce allo sviluppo turistico – per quanto riguarda l’estate, strizzando l’occhio ai ben rimpolpati cartelloni dei grandi concerti a Messina e Roccella Jonica, seppur privati, consentirà una pianificazione già più temporalmente adeguata per le festività natalizie.
Ma guardiamo il bicchiere mezzo pieno: la città di Reggio Calabria, sapendo cogliere l’occasione, potrebbe apprestarsi a diventare, nel tempo, un vero e proprio epicentro culturale, grazie anche al progetto “ReggioFest2024: Cultura Diffusa“. Un ambizioso programma, sostenuto dal Comune di Reggio Calabria in collaborazione con il Ministero della Cultura, che mira a trasformare la città in un palcoscenico diffuso, capace di accogliere eventi di spettacolo dal vivo che spaziano tra musica, danza e teatro sparsi dinamicamente su tutto il territorio comunale, dalla periferia sud a quella nord.
Il progetto
Finanziato con i fondi del Ministero della Cultura grazie all’accordo di programma siglato con la Direzione Generale dello Spettacolo, “ReggioFest2024” è stato concepito con l’obiettivo di promuovere una cultura inclusiva e accessibile, capace di coinvolgere diverse tipologie di pubblico.
Punti salienti sono il sostegno agli operatori dello spettacolo dal vivo, mirando a creare nuove opportunità di lavoro nel settore culturale, promuovendo l’occupazione e garantendo le tutele contrattuali e lavorative; la valorizzazione del patrimonio culturale immateriale, tramite eventi innovativi ad alta attrattività turistica; l’inclusione sociale e culturale, favorendo il coinvolgimento di fasce diverse della popolazione, compresi i giovani, gli anziani e le persone con disabilità.
L’Avviso pubblico
Per reperire le proposte di spettacolo il Comune ha, quindi, emanato un apposito avviso pubblico, cui potranno partecipare solo le attività professionistiche dello spettacolo dal vivo. Quindi i soggetti finanziati nell’ambito dell’ex Fus, oggi Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo, e gli organismi professionali operanti nel settore dello spettacolo dal vivo da almeno tre anni.
Questi soggetti potranno vedersi finanziate, quindi, proposte di spettacolo dal vivo che rispettino determinati criteri di qualità artistica e inclusività. Le proposte dovranno essere in grado di attrarre un pubblico significativo e garantire il rispetto delle normative contrattuali e delle tutele lavorative per gli operatori coinvolti. Particolare attenzione sarà riservata ai progetti che favoriranno l’inclusione sociale e il riequilibrio territoriale.
La strutturazione degli eventi potrà seguire due filoni: quella delle “grandi rassegne“, da svolgere tra il 29 luglio e l’11 agosto prettamente in Piazza del Popolo, allo Stadio Granillo o comunque all’interno della V e VI circoscrizione; e quella delle “piccole rassegne“, divise in tre fasce temporali (dal 15 luglio al l’8 settembre per Estate Reggina, dal 12 al 17 settembre per le Feste Mariane, dall’8 al 26 dicembre 2024 per il Natale) ed esclusivamente per i quartieri di Arghillà, Catona e Pellaro.
Grandi aspettative per pochi fondi
Il contributo totale concesso ai progetti presentati sarà pari a massimo l’80% dell’importo totale dell’elaborato, qualora il punteggio ottenuto fosse tra i 91 ed i 100 punti. Via via, a scendere, si potrà toccare anche il 60%. Quello che, leggendo il bando, fa sicuramente storcere un po’ il naso, sono le esigue risorse finanziarie rapportate all’alta qualità ed agli alti standard richiesti, quantomeno per i grandi eventi dove, secondo avviso, sarà data prevalenza alle proposte progettuali che prevedono artisti di rilevanza nazionale ed internazionale.
150mila euro sono destinati per tutti i progetti presentati per le “grandi rassegne” da tenere in Piazza del Popolo, altre 150mila per quelli da tenere allo Stadio Granillo; sono poco più di 170 mila euro quelli destinati ad estate, feste mariane e Natale, da suddividere a metà per le piccole rassegne nei quartieri di Catona ed Arghillà, e l’altra metà nel quartiere di Pellaro.
Tirando le somme, la bellezza e la lungimiranza di questo progetto – che guarda contemporaneamente al centro ed alle periferie nord e sud – cozza sonoramente con le esigue risorse disponibili.
ReggioFest2024 rischia di non diventare quel volano, tanto sperato, per il comparto dello spettacolo dal vivo reggino, che risente di una carenza di risorse nella programmazione culturale cui solo, in questi anni, la Città Metropolitana ha saputo porre in qualche modo rimedio, ma sempre con fondi esigui rapportati alle dimensioni del territorio in cui esse devono essere suddivise, quindi fra le decine di comuni dell’intera provincia.
La verità è una sola: finanziare le attività culturali è uno degli investimenti migliori che si possa fare. Basti vedere il vicino e virtuosissimo esempio di Siracusa ed il suo teatro greco: 50 giorni di programmazione tra maggio e giugno 2024 per un totale di oltre 250mila spettatori paganti, con tutto l’indotto turistico – ricettivo di un territorio vastissimo che ringrazia.

