La spiaggia di Lazzaro si è trasformata in palcoscenico naturale per un gesto che è rito e metafora insieme. Qui, davanti al mare aperto, studenti e artisti hanno dato vita alla riedizione di “The Encounter”, la performance di Adrian Paci che mette al centro una stretta di mano. Un atto semplice, replicato da decine di corpi in fila, capace di raccontare molto più di quanto sembri: l’incontro come fondamento di ogni relazione, la fiducia come linguaggio universale, l’arte come esperienza condivisa.

È il simbolo più nitido di quello che sta accadendo tra le Accademie di Belle Arti di Catanzaro e Reggio Calabria, unite oggi da un gemellaggio istituzionale e culturale che archivia rivalità di ieri e inaugura una stagione nuova. Un’alleanza resa concreta dal progetto Condominio Mediterraneo, sostenuto dal PNRR e pensato per intrecciare workshop, performance e laboratori con artisti di fama internazionale.

Per Adrian Paci, il senso di questo percorso è racchiuso proprio nella pratica artistica che ha condiviso con gli undici studenti reggini. «Abbiamo cercato di indagare la qualità performativa nell’opera d’arte contemporanea. Il cuore del lavoro è stato la comunione tra l’artista e gli studenti, la costruzione di un’idea insieme, non la trasmissione di un sapere unilaterale». La performance a Lazzaro, aggiunge, «è dedicata alla stretta di mano, all’incontro come processo rituale. Non un gesto banale, ma un momento che acquisisce spessore quando viene vissuto collettivamente».

Il progetto è coordinato dall’Accademia di Catanzaro come capofila, ma ha trovato nella collaborazione con Reggio Calabria un terreno fertile. «Questo gemellaggio è un motivo di orgoglio» ha affermato Virgilio Piccari, direttore dell’ABA catanzarese. «Per troppo tempo le due istituzioni sono rimaste imbrigliate in una contrapposizione sterile, priva di contenuti reali. Oggi finalmente possiamo dire di aver voltato pagina, con una responsabilità comune verso i nostri studenti. Il messaggio che vogliamo lanciare è chiaro: la formazione artistica del Mezzogiorno non è seconda a nessuno, e può essere faro di internazionalizzazione».

Piccari ha insistito sul valore politico e simbolico di questo passo: «L’Italia è riconosciuta nel mondo per la qualità delle sue Accademie. Il fatto che questa qualità si esprima oggi nel Sud ha un peso straordinario. Non vogliamo più che il nostro territorio sia marginalizzato. Il Mediterraneo è il centro della bellezza e della creatività, e da qui possiamo parlare al mondo».

Parole che trovano eco in quelle di Piero Sacchetti, direttore dell’ABA di Reggio Calabria: «Esperienze come questa sono decisive per la crescita dei nostri studenti. La presenza di un artista internazionale come Paci ha dato un valore unico al workshop, permettendo di confrontarsi con una pratica viva, lontana dai modelli accademici chiusi. Grazie al partenariato con Catanzaro siamo riusciti a essere parte di un progetto che guarda lontano, che apre al futuro e all’internazionalizzazione».

La prospettiva di lungo periodo è confermata da Marcello Francolini, responsabile scientifico di Condominio Mediterraneo: «Abbiamo vissuto dieci giorni intensi, costruiti sul dialogo. Non abbiamo proposto un modello da replicare, ma attivato un confronto vero, guardando i lavori degli studenti, discutendo insieme i loro progetti, creando un terreno fertile. Il sapere non scende dall’alto: nasce dalla ricerca e dalla condivisione. Ed è questo che rimane, più di ogni singolo esercizio».

L’artista, i direttori e i responsabili hanno insistito tutti sullo stesso punto: il valore del dialogo e della cooperazione. «La bellezza non può essere relegata a un angolo» ha ricordato Piccari. «Per anni il Sud è stato considerato periferia. Con progetti come questo dimostriamo che può diventare centro, e che l’arte è lo strumento più forte per dirlo».

Il laboratorio ha lasciato tracce profonde negli studenti, chiamati a vivere non solo un percorso formativo ma un’esperienza immersiva che li ha messi al centro. «Consigli dall’alto? Sono sempre diffidente» ha sorriso Paci. «Agli studenti direi solo di mantenere viva la ricerca, perché è lì che nasce tutto. È nel dialogo, non nelle risposte preconfezionate, che si costruisce il futuro».