venerdì,Marzo 29 2024

Alival, oltre 60 licenziamenti se lo stabilimento non sarà venduto

I sindacati in attesa di essere convocati dalla vicepresidente della Regione, Giuseppina Princi, per discutere del futuro del sito produttivo di San Gregorio e quindi del lavoro della maggioranza dei suoi dipendenti

Alival, oltre 60 licenziamenti se lo stabilimento non sarà venduto

Sono oltre 60 i lavoratori che rischiano il licenziamento dei 79 dal destino sospeso ormai da alcuni mesi. Lo scorso aprile è stata annunciata la chiusura entro il primo trimestre del 2023 del caseificio Alival sito a San Gregorio, afferente al gruppo Castelli, di proprietà della multinazionale francese Lactalis.

Per una quindicina di loro si profila l’ipotesi del trasferimento in altri stabilimenti in Italia, secondo il piano sociale sottoscritto a Milano lo scorso 30 agosto. Per gli altri che non intendano trasferirsi, l’unica alternativa alla perdita del posto di lavoro resta l’acquisizione da parte di altra azienda dello stabilimento reggino. Ciò salvaguarderebbe i livelli occupazionali e consentirebbe allo stabilimento di Reggio Calabria di restare attivo.

L’impegno dei Sindacati

Proprio ieri mattina, i delegati territoriali Nicola Rodi, Antonino Zema e Antonio Zavettieri rispettivamente segretario generale Flai Cgil Reggio Calabria, segretario generale aggiunto Fai Cisl Reggio Calabria e segretario regionale Uila Uil Calabria, hanno incontrato i lavoratori – circa 15 dipendenti su 79 – che iniziano a predisporre le pratiche per il trasferimento.

Licenziamenti da scongiurare

I sindacati, impegnati da mesi nelle interlocuzioni con istituzioni e Azienda, pur non avendo potuto incidere sulla decisione del gruppo Castelli di chiudere, sono impegnati a sollecitare l’intervento delle istituzioni, per individuare un compratore che mantenga o riconverta, recuperandolo, lo stabilimento, scongiurando così i licenziamenti

«Siamo in attesa da qui a qualche settimana di essere convocati dalla vicepresidente della Regione, Giuseppina Princi. Dovrebbe esserci qualche acquirente ed è assolutamente necessario procedere con un confronto, visto che i tempi stringono e il 30 marzo è sempre più vicino», dichiarano i sindacati. I delegati territoriali hanno sempre tenuto alta l’attenzione, nonostante il plauso ad un piano sociale garantista per i lavoratori, sulla necessità imprescindibile di salvare lo stabilimento. Dallo scorso giugno, giorno di mobilitazione, lo stabilimento è presidiato.

Questa rimane la principale direttrice del loro impegno che resta anche orientato ad affiancare chi sta valutando la proposta di trasferimento.

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