«Non condivido la legge sui collaboratori di giustizia, una legge che ci ha permesso di smantellare “Cosa nostra” e non a caso quest’anno ricorrono i quaranta anni del maxiprocesso, e proprio attraverso i primi collaboratori di giustizia noi abbiamo scoperto come funzionava, chi erano i capi mandamento, tante cose che senza i collaboratori di giustizia non avremmo potuto sapere. Certamente i collaboratori di giustizia rimangono carnefici e gli eroi rimangono eroi, ma soprattutto questi carnefici anche una volta liberi non devono poter sbeffeggiare le vittime per cui il mio impegno è innanzitutto quello di continuare a difendere chi vittima è sempre stato».

Così Chiara Colosimo, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, prima di intervenire, questo pomeriggio, al convegno Nazionale “La legislazione antiracket antiusura: critiche e punti di forza”, promosso dalla FAI – Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane – in collaborazione con FAI Reggio Calabria.

L’incontro ospitato nel salone della Camera di Commercio ha rappresentato per gli organizzatori un’importante occasione di confronto tra istituzioni, operatori del diritto e società civile sui temi della prevenzione e del contrasto a racket e usura, analizzandone le attuali criticità e valorizzando le buone pratiche a sostegno delle vittime, anche attraverso testimonianze dirette e racconti di vita purtroppo conosciuti a queste latitudini.

Luigi Ferrucci, Presidente FAI Nazionale ha relazionato sul sostegno alle vittime di estorsione, convinto che gli strumenti attuali siano necessari anche per regolare al meglio l’attività di un’associazione antiracket e che quindi bisogna mettere mano alle cose che non vanno. Nel caso specifico del sostegno alle vittime, che lamentano di essere lasciate al loro destino dopo le promesse iniziali da parte delle varie articolazioni dello Stato, Ferrucci che è anche un testimone di giustizia ripete che «qualcosa da mettere a regime c’è, ma una legislazione che ci è anche invidiata da tutti c’è, ed io ritengo che le cose che funzionano sono più delle criticità alle quali bisogna assolutamente mettere mano».

Tra queste Ferrucci individua la Legge 44 che ristora gli eventuali danni che si possono avere dopo la denuncia: «un punto dolente sono i tempi, che a volte sono ancora troppo lunghi. Lì bisogna metterci mano e già se ne sta lavorando. All’osservatorio Nazionale ne discutiamo per limare i tempi e se possibile le procedure, perché bisogna arrivare per tempo».

Colosimo: «Bisogna essere più rapidi, la burocrazia rallenta»

Sul tema la presidente Colosimo fa un distinguo fondamentale: «La legislazione sui testimoni di giustizia è una legislazione che per fortuna ha preso le distanze da quella dei collaboratori, perché ci dobbiamo ricordare che all’inizio erano considerati la stessa cosa, ma non lo sono. I testimoni di giustizia, spesso, non sono soddisfatti dei tempi di quella risposta, ma quello che ci dobbiamo ricordare è che sostenere i testimoni di giustizia vuol dire innanzitutto dare un segnale fortissimo a coloro i quali hanno provato a intimidire, parlando ovviamente di usura e racket, ma che anche in altre occasioni sono semplicemente stati testimoni oculari di omicidi».

Sostenere loro, per Colosimo, vuol dire dimostrare a quegli altri quanto sia forte lo Stato, anche nel caso delle tutele per le vittime, sulle quali la presidente dell’Antimafia conferma l’attenzione e anche una modifica della tutela stessa a seconda di quello che succede: «È ovvio che in alcuni territori è più facile che in altri, ma quello che secondo me è centrale, e che spero che anche per il Servizio Centrale di Protezione continui ad essere centrale, è che i testimoni di giustizia non devono rimanere nelle loro città con tutte le tutele possibili perché anche quello è un altro segnale: “Io da qui non me ne vado, perché io sono il cittadino onesto, perché io sono protetto dallo Stato, gli altri se ne devono andare”».

Sulla legislazione antiusura e antiracket Colosimo ammette che ci sono alcune piccole migliorie che possono essere messe in campo, «credo che potremmo farlo a breve» dice accennando alla tempistica «perché oggi siamo in una condizione in cui bisogna essere anche più rapidi di loro e per essere più rapidi di loro non sempre la macchina burocratica ce lo permette».

Nicolò: «L’impalcatura della legge è solida ed efficace»

Per Mariagrazia Nicolò, Commissario Straordinario per le iniziative antiracket e antiusura, ci sono tantissime luci ma le ombre vengono dalle denunce perché mentre per le estorsioni tengono, per l’usura purtroppo hanno sempre un costante trend in diminuzione. «Lo Stato chiaramente interviene a beneficio di chi denuncia con delle risorse di natura economica, con dei benefici che sono, per l’estorsione l’elargizione e per la vittima di usura invece il mutuo. L’impalcatura attuale della legge si fonda quindi su tre pilastri fondamentali: il contrasto, la prevenzione e la solidarietà e tutte e tre vengono pienamente applicate da tutte le amministrazioni dello Stato che sono deputate ai procedimenti e anche dalle associazioni antiracket iscritte all’albo prefettizio che coadiuvano le amministrazioni in questo continuo impegno di contrasto al racket e all’usura».

La Nicolò però non giustifica le critiche che arrivano da chi si sente in qualche modo abbandonato, soprattutto perché la norma – precisa – prevede che vengano riconosciuti non dei risarcimenti ma dei ristori che tengono conto di alcuni parametri per i quali poi l’amministrazione procede al riconoscimento. «Continuo sempre a dire – ha aggiunto Nicolò – che magari si aspettano di poter ottenere chissà quanto, però le letture vengono fatte dai bilanci, vengono fatte dalle fatture presentate, quindi ci sono dei documenti contabili che per noi costituiscono la base per la quantificazione delle somme da erogare».

Insomma, per lei l’impalcatura della norma è «solida ed efficace» anche se trattandosi di norme che risalgono al ‘96 al ‘99 sicuramente hanno bisogno di essere rinfrescate: «Le strategie della criminalità organizzata sono in parte modificate, forse bisogna in qualche modo procedere ad individuare e inserire all’interno delle norme degli strumenti come abbiamo fatto da poco con l’inserimento dell’esperto che possa sostenere la vittima di usura dopo il riconoscimento del mutuo».