Alla vigilia della discussione su bilancio e legge di stabilità regionale, il Movimento NO ponte Calabria denuncia lo scollamento tra la propaganda sul ponte sullo Stretto e le emergenze reali del territorio: sanità in affanno, servizi carenti, risorse sottratte al Mezzogiorno e nuove criticità evidenziate dalla Corte dei Conti.
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Domani il Consiglio regionale della Calabria sarà chiamato a discutere, tra gli altri provvedimenti, la legge di stabilità regionale 2026 e il bilancio di previsione. Una seduta che assume un valore simbolico all’inizio della nuova legislatura, segnata fin da subito – denuncia il Movimento NO ponte Calabria – dal rilancio ossessivo della maggioranza sul progetto del ponte sullo Stretto di Messina, presentato come soluzione miracolosa ai problemi strutturali della regione.
Una narrazione che, secondo il Movimento, si scontra con la realtà dei fatti. Negli ultimi giorni il Governo nazionale ha infatti deciso di dirottare circa 3 miliardi di euro inizialmente destinati al progetto del ponte verso la cosiddetta “transizione energetica delle imprese”. Una scelta definita come semplice riprogrammazione, ma che omette un elemento centrale: una parte consistente di quelle risorse proviene da fondi pubblici vincolati al riequilibrio territoriale, destinati alla Calabria, alla Sicilia e all’intero Mezzogiorno.
Fondi che, sottolinea il Movimento, avrebbero dovuto ridurre i divari con le aree più ricche del Paese, rafforzare i servizi pubblici e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, e che invece vengono sottratti ai territori per alimentare interessi estranei ai loro bisogni reali.
A rendere ancora più fragile l’intera operazione è arrivata, proprio in queste ore, l’ennesima bocciatura della Corte dei Conti. Le motivazioni parlano di violazioni delle normative europee in materia ambientale e di appalti, gravi carenze procedurali e giuridiche, assenza delle condizioni minime di trasparenza e regolarità richieste per un’opera di questa portata. Altro che progetto solido e strategico: secondo il Movimento, il ponte continua a reggersi sulla propaganda più che sul diritto.
In un contesto definito “normale”, il Consiglio regionale – afferma il NO ponte Calabria – dovrebbe discutere e votare una mozione per impegnare il presidente Roberto Occhiuto e la maggioranza a pretendere dal Governo la restituzione delle risorse sottratte alla Calabria, destinandole a opere pubbliche utili, necessarie e immediatamente cantierabili: scuole sicure, ospedali funzionanti, trasporti efficienti, manutenzione del territorio.
Invece, denunciano gli attivisti, continua la ripetizione dello slogan del “ponte come simbolo di progresso”, mentre la Calabria reale affonda. I calabresi muoiono perché le ambulanze non arrivano in tempo, perché le strade sono insicure, perché intere aree interne vengono abbandonate. Lo spopolamento assume dimensioni drammatiche, con paesi che si svuotano e giovani costretti a lasciare la regione.
Di fronte a questo quadro, il Movimento accusa una parte della politica di guardare esclusivamente agli interessi delle grandi imprese e delle lobby, ignorando i bisogni concreti dei cittadini. Le notizie degli ultimi giorni, spiegano, non dovrebbero rassicurare nessuno, ma confermano la necessità di portare avanti la battaglia contro il ponte fino alla chiusura definitiva della Stretto di Messina Spa, definita simbolo di spreco, speculazione e sottrazione di risorse ai territori.
Il Movimento NO ponte Calabria conclude con un appello alla mobilitazione, rivolto a tutte e tutti coloro che lottano per la giustizia sociale, la tutela dell’ambiente, i diritti e il futuro delle nuove generazioni. «Solo attraverso l’organizzazione popolare – affermano – è possibile imporre un reale cambio di priorità politiche, in Calabria e nel Paese».

