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Il lungomare Falcomatà, tra i profumi del mare e l’energia di Scirubetta, ha fatto da cornice a un incontro che ha intrecciato giornalismo, cultura e gusto. Sul truck del network LaC è salito Alberto Lupini, direttore di Italia a Tavola, una delle principali testate dedicate al mondo dell’enogastronomia e dell’ospitalità, da quasi quarant’anni punto di riferimento per professionisti e appassionati.
Lupini, che conosce a fondo i meccanismi del settore, ha spiegato come il legame tra qualità, tradizione e innovazione rappresenti la vera chiave per valorizzare i territori. «Noi cerchiamo da sempre di offrire strumenti utili a cuochi, barman, gelatieri, direttori d’albergo – ha raccontato –. Informazione, formazione e aggiornamento sono essenziali, ma la vera sfida è trasferire il meglio di ogni territorio al consumatore, rendendo concreto ciò che spesso viene chiamato turismo enogastronomico. È la vera forza dell’Italia, ed è qui che si inserisce il valore di un festival come Scirubetta».
Secondo il direttore, Reggio Calabria possiede un patrimonio straordinario. Non solo per il paesaggio, il mare e l’entroterra incontaminato, ma per la qualità dei prodotti e la tradizione artigianale che la città custodisce. «Qui il gelato ha radici profonde. Basti pensare alla storica gelateria “Cesare”, una delle più famose d’Italia, che da sempre è motivo di richiamo. Ho ancora vivo il ricordo di quando venni a visitare i Bronzi di Riace e non sapevo se entrare prima al museo o fermarmi a gustare un gelato».
Ma la forza di Reggio, ha sottolineato Lupini, non risiede solo nelle eccellenze storiche: «Oggi la Calabria è ricca non soltanto di produzioni, ma di qualità riconosciuta. Dal bergamotto ai salumi, dai formaggi all’olio, tutto contribuisce a rendere questo territorio un’occasione nuova per attrarre visitatori. La motivazione di viaggio non è più solo il paesaggio, ma anche il buon cibo e il buon vino. Bisogna avere però la capacità di raccontarlo con serietà, senza scivolare nel marketing ingannevole che altrove ha finito per penalizzare la credibilità dei prodotti».
A Scirubetta, l’incontro tra gelatieri calabresi e maestri provenienti da tutta Italia e dall’estero diventa laboratorio di contaminazioni. «Dentro questi gusti – ha osservato Lupini – c’è tutta la Calabria, ma anche ingredienti che arrivano da altre regioni e da altri continenti. È una contaminazione sana, che racconta la storia stessa di questa terra, da sempre crocevia di culture e influenze. Pensiamo che oggi in Calabria si coltiva persino il mango: un tempo sarebbe stato impensabile, eppure è diventato un elemento connotativo».
Un passaggio inevitabile è stato quello sul Bergamotto di Reggio Calabria, simbolo identitario e prodotto unico al mondo. «Di bergamotti ce ne sono diversi – ha detto Lupini – ma solo quello reggino ha valore reale, sia per la produzione legata all’industria dei profumi, sia per l’utilizzo in cucina. Gli altri non hanno la stessa intensità, lo dico per esperienza diretta. Qui invece si concentra un patrimonio che va difeso con determinazione».
La conversazione si è chiusa con un consiglio rivolto ai consumatori: come riconoscere un gelato di qualità. «Il gelato – ha spiegato – è un prodotto che regala serenità, ci fa tornare bambini. Ma deve essere fatto bene. Il primo criterio è la trasparenza: leggere gli ingredienti, chiedere informazioni al gelatiere se non sono esposti. Il gelato artigianale è sano, ma deve essere realizzato con cura. E bisogna diffidare dei colori troppo accesi o artificiali. Ad esempio, un cioccolato eccessivamente scuro nel gelato è spesso il risultato di trattamenti, non della materia prima. Fidiamoci meno dell’estetica e più delle sensazioni, del gusto e della credibilità del luogo».