Variante di Cannitello, Ruotolo (Pd) dice no al Ponte: «Non guarda al futuro, noi abbiamo altre priorità»
Un convegno che ha snocciolato le motivazioni che hanno portato il partito a schierarsi nettamente contro il sogno di Salvini. «Rappresenta un passato fatto di incompiute»
Da Villa San Giovanni parte un’iniziativa del Pd che non è la prima e promette di non essere l’ultima per dire no al Ponte sullo Stretto. Una posizione non solo ideologica e politica ma legata strettamente alle esigenze ed emergenze di un territorio che conta la prima vera cicatrice del progetto ponte. Proprio di fronte alla Variante di Cannitello, il responsabile nazionale informazione e cultura del Pd Sandro Ruotolo ha rimarcato le ragioni che spingono il partito ad opporsi all’opera.
I motivi del no
«Noi siamo contrari perché non è un’opera che guarda al futuro. È un’opera che guarda il passato e qui a Villa abbiamo la prova del passato. Questo ecomostro, un obbrobrio che qui a Cannitello di fronte alla Sicilia lascia emergere i segni di un passato che ha lasciato cicatrici profonde».
Un no che Ruotolo ribadisce soprattutto in virtù delle opere che i dem considerano prioritarie per recuperare il gap tra il Mezzogiorno e il Nord Italia. «Abbiamo bisogno di infrastrutture. Di una rete idrica che funzioni. Ma è mai possibile che nel 2024 ci sono 39 comuni qui dove viene razionata l’acqua? C’è il 70% della rete idrica che fa acqua da tutte le parti. Abbiamo una rete ferroviaria del 1800. Abbiamo il 75% della rete ferroviaria binario unico. Non abbiamo le strade. Insomma dobbiamo fare tante altre cose. Sapete quanto costa la 106, la strada che da Reggio porta in Puglia? Rifarla costa 13 miliardi cioè i soldi del ponte sullo Stretto di Messina. Questo per dire che abbiamo bisogno di tante altre cose».
Il passato fatto di incompiute
Un’idea di passato fatto di grandi opere e di incompiute che l’esponente nazione democratico ricollega «a quell’era Berlusconiana delle grandi incompiute. E questa Variante di Cannitello è la prova delle grandi incompiute».
E non poteva mancare l’argomento principe che sostiene la rete del no: la legalità. «Lo ha detto Don Ciotti e noi ci crediamo. C’è il rischio che invece di unire due coste si uniscano due coste. C’è un’idea di questa destra al Governo di ridurre i controlli di legalità. E allora certamente nel movimento terra chi c’è dietro? Abbiamo visto come hanno costruito l’autostrada in Calabria. Lì le cosche della ‘ndrangheta si sono spartite tutti i lavori. È un rischio che vede anche il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo. È un rischio che io mi sento di sottoscrivere. C’è il rischio che in questo grande affare entri anche la mafia, non solo la corruzione».
«Un volano per le caste»
Per Ruotolo, dunque, confermato che le priorità sono altre rimane la posizione di Salvini da contrastare. Il Ponte, contrariamente a quanto sostenuto dal vice premier «è un volano solo per le caste che hanno già sperperato milioni e milioni di euro con queste società che stanno lì ad arricchire consulenti. Parliamo di tutto quel mondo dei colletti bianchi.
Ricordiamo che il ministro Salvini nel 2016 si era detto contrario al ponte. Solo che fa parte di quella politica che cambia spesso a convenienza. Noi no. Noi abbiamo altre priorità».
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