«Sono di qualche giorno fa le gravi ed inaccettabili dichiarazioni antimeridionaliste di Salvini, espresse, per l’esattezza, all’appuntamento “Tutta un’altra efficienza: la sfida dell’Autonomia”, tenutosi in fiera a Padova in vista del Congresso federale del Carroccio a Firenze». È quanto scrivono in una nota i consiglieri dei gruppi di maggioranza al Comune di Reggio Calabria.

«Il leader della Lega – affermano i consiglieri – durante i lavori del convegno, ha dichiarato:
“Il nemico dell’Autonomia non è il cittadino: né a Padova, evidentemente, né a Caserta. Perché se la qualità dei servizi offerti oggi è evidentemente diversa, oggi fine marzo 2025, è chiaro che un ragazzo che nasce nel nordest o un ragazzo che nasce sulla Sila ha delle opportunità di vita, di lavoro, di scuola, di salute, di mobilità diverse. Ecco, gli unici avversari dell’Autonomia non sono i cittadini: è una classe politica e burocratica che al Sud ruba i voti da 50 anni; si porta a casa soldi senza fare quello che con quei soldi avrebbe dovuto fare. E a Roma è burocraticamente ben rappresentata, evidentemente, però non ci fanno paura.”»

Un’affermazione che ha raccolto applausi scroscianti da una platea di oltre 2mila militanti.

«L’arte camaleontica della Lega Nord è stata ancora una volta smascherata dal suo stesso leader – si legge ancora nella nota di maggioranza – Il “Capitano” ha infatti ingannato milioni di italiani (purtroppo anche meridionali), facendo passare da anni, e per soli interessi elettorali, il messaggio che la Lega non è più quella che difende gli interessi delle regioni ricche del Nord, quella della “Padania libera” e della secessione da “Roma ladrona”, ma la Lega che difende i confini e gli interessi nazionali».

«La conosciamo a memoria la litania dei “terroni sfaticati che rubano il lavoro”, oggi tramutata nel mantra “immigrati che rubano il lavoro”: la musica nordista non è affatto cambiata. Ecco quindi che esce fuori il peggio della retorica leghista: “Al Sud una classe politica che ruba da 50 anni”, disse Salvini, leader del partito che ha rubato 49 milioni agli italiani, da restituire in 75 anni con tranche da 600 mila euro all’anno: condizioni di rateizzazione che non vengono concesse a nessuna azienda o privato cittadino

«Non solo: Salvini ammette che un ragazzo che nasce in Sila non ha le stesse opportunità di uno del nord-est; rimarcando, di fatto, le differenze sostanziali tra le regioni del nord e la nostra stessa Calabria».

«Ciò malgrado, lo utilizza addirittura come assunto della legge sull’Autonomia Differenziata, che spaccherà definitivamente il Paese tra ricchi e poveri, intaccando l’articolo 3 della Costituzione, che sancisce in modo inequivocabile che è “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”».

«Salvini propone ancora la narrazione del Sud “brutto, cattivo e sfaticato” contrapposto al Nord “bello, buono ed efficiente”; la Lega si tiene ancora stretta il suo progetto indipendentista, dentro una legge – quella sull’Autonomia Differenziata – che genera micro-stati ricchi all’interno dello Stato italiano, tagliando fuori le regioni povere, casualmente collocate tutte al Sud del Paese. Una dichiarazione di guerra alla povertà, alle fasce economicamente fragili, al Meridione tutto e all’unità del Paese».

«Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i leghisti in salsa reggina, sempre orgogliosamente a fianco di Salvini, o la Lega Calabria, che governa ormai dal 2020 la nostra regione: come giustificheranno alla città queste affermazioni? Avranno il coraggio di dissociarsene, assieme a tutto il gruppo Lega in Consiglio comunale

«La città deve sapere in che mani siamo e quali sono i rischi concreti e reali del progetto leghista dell’Autonomia Differenziata; progetti che si rivelano chiaramente discriminatori e antimeridionalisti».

«Salvini, lo ha ampiamente dimostrato, è rimasto sempre lo stesso: non ha mai tradito il suo DNA nordista. Sono i meridionali che lo hanno votato che dovrebbero, piuttosto, chiedere scusa ai propri territori, dopo un serio esame di coscienza. Il problema, infatti, non è tanto chi sia Salvini politicamente, ma perché migliaia di nostri concittadini, corregionali o meridionali continuino a dare credito a un mistificatore pieno di odio e rancore verso la nostra terra».

«Ci ha provato, ma di fronte al suo popolo non è riuscito a trattenere la sua cultura antimeridionalista (tratto distintivo della Lega della prima ora); così è divenuta di nuovo slogan e refrain per giustificare in maniera grossolana la clamorosa efferatezza di questa legge».

«Salvini descrive il Paese come se esistesse una geografia delle best practices, e il Nord o il Centro restassero immuni da tali pregiudizi. Un approccio che non fa altro che confermare un disprezzo valoriale, ancor prima che politico, che tende a classificare i cittadini secondo una logica territoriale, tra capaci e incapaci, onesti e disonesti, secondo i peggiori pregiudizi di vecchia memoria».

«Farebbe bene, il Ministro, a concentrarsi sulle priorità del Paese: la sua gestione di Trasporti e Infrastrutture è stata ed è una sciagura, tra ritardi, mancanza di manutenzione, problemi di sicurezza sul lavoro, sovraccarico della rete e cantieri bloccati o in ritardo».

«Le menzogne di Salvini sono ormai evidenti: non riesce più a camuffare la sua natura e non nasconde più lo storico odio verso i meridionali. D’altronde, alle sue maschere e menzogne ci ha abituati. In campagna elettorale aveva promesso: Abolizione del canone Rai (o quantomeno toglierlo dalla bolletta elettrica); Azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessitàaddirittura aumentata sui prodotti per l’infanzia, dal 5 al 10%); Abolizione della legge Fornero (sono addirittura peggiorate le condizioni per uscire dal lavoro); Assunzione di 10mila forze dell’ordine (di queste sono rimaste solo le felpe). Tutti impegni disattesi. Tutti».

«Non possiamo assistere passivamente a questo deliberato attacco alla nostra dignità – concludono i consiglieri di maggioranza – difendiamo il Sud, la Calabria e la nostra città da un progetto che si rivela concretamente eversivo, mettendo a rischio le basi della nostra Costituzione e il futuro dei nostri territori. Un bambino di Reggio non vale meno di uno di Bolzano».