di Nico De LucaUn nemico subdolo e letale giace solo apparentemente innocuo a macchia di leopardo sull’intera Calabria. È l’amianto (o asbesto), soprattutto nelle forme di detriti di vecchie coperture di edifici ormai ridotti a ruderi. Le polveri fibrose circolano nell’aria e penetrano inesorabilmente nei polmoni dove sono terribilmente cancerogene. La quantità incerta e drammaticamente pericolosa dell’amianto in Calabria resta indefinibile. Nonostante una diffusa sensibilità e la strenua dedizione di associazioni di parenti ed amici di vittime il lavoro da fare è ancora tanto.

Tanto ancora da fare

«In questi primi due anni di attività – dice al nostro network la garante della Salute calabrese Anna Maria Stanganelli – sono state numerosissime le segnalazioni pervenute da cittadini e da comitati che hanno chiesto il mio impegno per la presenza di amianto dei loro territori. Un risultato importante l’abbiamo ottenuto a Reggio Calabria, ad Arghillà, nella zona dove era presente una grande quantità di amianto, c’è stata la rimozione completa». Il rilevamento su scala regionale risale a 9 anni fa, quando risultarono 11 milioni di metri quadri di tetti in materiale contenente amianto.  Nel 2022 la Regione Calabria ha rimosso 4000 tonnellate di MCA compatto e 35 di friabile, stoccate in discariche italiane ed estere.

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