La nuova composizione del Consiglio Regionale della Calabria segna un timido passo avanti per la parità di genere, registrando un incremento della rappresentanza femminile. Tuttavia, i dati evidenziano un marcato squilibrio territoriale, con la clamorosa assenza di consigliere elette dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Nella nuova composizione del Consiglio regionale non figura infatti alcuna consigliera proveniente dall’area reggina, un vuoto che pesa non solo sul piano politico, ma anche simbolico per l’intera area più a sud della regione.

In totale, le donne elette nell’assemblea sono sette, una in più rispetto alla legislatura precedente (2020), raggiungendo circa il 22% del totale dei seggi. Questo leggero aumento si realizza nonostante l’introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale.

Chi sono le nuove elette

Tra le donne che entrano o tornano in Consiglio spiccano alcuni nomi già noti nella scena istituzionale calabrese:

Pasqualina Straface (Forza Italia), già presidente della III Commissione consiliare ‘Sanità, Attività sociali, culturali e formative’, segretario della IV Commissione ‘Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente’, nonché delegata dalla Giunta regionale alla rete dei servizi per le dipendenze patologiche;

Elisabetta Santoianni (Forza Italia), presidente provinciale dell’Associazione Italiana Coltivatori

Rosaria Succurro (lista Occhiuto Presidente), presidente della Provincia di Cosenza e dell’Anci Calabria, già sindaca di San Giovanni in Fiore

Rosellina Madeo (Partito Democratico), presidente del Consiglio comunale di Corigliano-Rossano

Elisa Scutellà, ex deputata, l’unica rappresentante del M5S ad entrare in Consiglio regionale

Filomena Greco (Italia Viva – Casa Riformista), ex sindaca di Cariati

Luciana De Francesco (Fratelli d’Italia)

La completa assenza di consigliere provenienti dal territorio metropolitano di Reggio Calabria rappresenta quindi la lacuna più significativa di queste elezioni. Pur non incidendo sul numero complessivo di donne in aula, questa mancanza priverà l’area più a sud della regione di una voce femminile autorevole nelle sedi decisionali regionali.