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di Alessia Truzzolillo – Si è consumata in 51 giorni, forse qualcosina in più, la parabola politico-giudiziaria che ha portato alle dimissioni, con contestuale ricandidatura, del governatore della Calabria Roberto Occhiuto che riveste anche l’incarico di vicepresidente nazionale di Forza Italia. Tra indagini che passano al setaccio gli incarichi pubblici di almeno uno dei suoi ex soci e approfondimenti sulla sanità privata nelle ultime settimane è partita la slavina chiusa dallo strappo del presidente della giunta regionale.
Attorno agli incarichi di Paolo Posteraro, che con Occhiuto ha condiviso in passato la gestione di cinque società, ruota parte degli approfondimenti investigativi coordinati dalla Procura di Catanzaro. Gli incarichi assegnati – non da Occhiuto ma da Ferrovie della Calabria – e quelli dei quali si discuteva nelle conversazioni intercettate e finite nel fascicolo aperto con l’ipotesi di reato di corruzione. Una, in particolare, riguarderebbe la possibilità ventilata di affidare a Posteraro la guida del Parco nazionale dell’Aspromonte. È un dato che si ricaverebbe da una serie di colloqui captati: «Occhiuto – appuntano gli inquirenti – sembra aver promesso a Posteraro un incarico in un ente riconducibile alla Regione Calabria». Incarico non conferito «ma oggetto di varie discussioni intercettate» che aiutano – è un’ipotesi – a capire di cosa si tratti. E cioè proprio della nomina a presidente del Parco dell’Aspromonte, non arrivata probabilmente per i guai giudiziari del manager in relazione alla gestione di Amaco, municipalizzata dei trasporti del Comune di Cosenza. Su quei colloqui lavorano gli inquirenti per un’inchiesta intorno alla quale la Procura è stata impermeabile fin da quando è diventata di dominio pubblico nella prima metà di giugno.