«Sono sempre stato a sostegno della sanità pubblica, ma non posso disconoscere il merito dello studio radiologico di Siderno, struttura privata e convenzionata con la regione, che riesce a sopperire ai limiti e alle difficoltà mitigando disagi e ritardi». Dopo l’allarme lanciato dalla storica struttura di diagnostica della Locride, secondo cui sarebbero migliaia di cittadini della Locride e della Piana costretti a spostarsi fino a Reggio Calabria per TAC, risonanze e accertamenti fondamentali per effetto dei tagli al budget riservato alle strutture private accreditate, sul tema è intervenuto anche il presidente del tribunale dei diritti del malato e del cittadino Pino Mammoliti.

«La folle idea, diventata concreta e certificata dalla delibera dell’Asp, di ridurre la disponibilità economica – sostiene il penalista locrese - è un disagio che verrà consumato nella nostra area geografica con lo spostamento di tutti i servizi che vengono erogati nelle aree periferiche su Reggio, potenziando le strutture private reggine». Per Mammoliti «Questa scelta ha uno stratega ben preciso, che ha in mente di affrontare le elezioni comunali di Reggio Calabria, spostando somme di denaro ingenti e servizi da erogare tutto su Reggio nel silenzio tombale dei quattro nostri rappresentanti al consiglio regionale».

Secondo Mammoliti la delibera firmata dal manager dell’azienda sanitaria provinciale reggina Lucia Di Furia rappresenta «il colpo di grazia al sistema sanitario per favorire solo ed esclusivamente Reggio Calabria. Io mi rivolgo pure al vescovo Oliva e a tutti i sacerdoti del territorio. Non è possibile che questa strategia folle dell’azienda sanitaria reggina nei confronti del territorio venga così favorita nel silenzio da parte dei nostri rappresentanti istituzionali del centrodestra. Mettetevi nei panni dei malati oncologici, di quante persone necessitano di fare esami clinici che si ritrovano a dover combattere con un sistema ferroviario incapace di garantire i trasporti e con una viabilità disastrata».

Mammoliti si rivolge anche alle forze dell’ordine affinchè «Facciano un accertamento su questa modifica del DCA e capire cosa sta succedendo. Io sto sempre da parte della sanità pubblica, però capisco che in questo momento la sanità privata convenzionata accreditata serve per garantire un alleggerimento rispetto alla grave dispersione sociale e ai gravi rischi che incombono sui cittadini dei nostri territori».