«Un momento prima a postare un successo roboante e un momento dopo a mollare tutto. Dall’esaltazione alla depressione, dalla cascata allo stagno. Tutto quello di cui la Regione non aveva bisogno. Una conduzione umorale tra slanci e rinculi: dal Marchese del Grillo a Calimero in un batter di ciglia».

È l’incipit di un post su Facebook firmato dallo scrittore Gioacchino Criaco, che analizza con toni duri l’attuale scenario politico calabrese. Una riflessione tagliente, capace di sintetizzare in poche righe il clima di incertezza che attraversa la Regione.

«Magari le sue dimissioni dimettessero il Ponte, il Rigassificatore, si portassero via l’hub energetico insediatosi con la sua reggenza. Di lui resterà qualche volo in più su Reggio, bella cosa, certo, a babbo morto bisognerà conteggiare i costi e i ritorni. Ma la vicenda politica di questo ennesimo giro a vuoto non entrerà nella storia, starà nella polvere del tempo.

Che poi pure le ricandidature si trasformano in breve in “non mi hanno ricandidato” che è facile quando si va via fra il malcontento dei propri. Quello che è ingiusto, anche se meritatissimo, è il poco conto che si ha per le necessità di una Terra in dissolvenza, che va a morire più velocemente per colpa di giochi, personalismi, interessi di parte.

La Calabria avrebbe bisogno di altro per provare a giocare la sua partita vera: la Sopravvivenza. Avrebbe bisogno delle idee e delle persone giuste, di abnegazione, sacrificio, decisioni condivise e discussioni collettive.

I conducator per legge locale durano 3 anni o poco più e dopo si issa sul palco il prossimo, fantomatico, risolutore. Servirebbe una/uno del popolo, perché se le guide continuerà a fornirle il feudo si accelererà, semplicemente, la fine».