A poche settimane dagli incendi dolosi che avevano già distrutto parte delle coltivazioni, due raid nello stesso agrumeto hanno portato via decine di quintali di arance biologiche destinate alla grande distribuzione cooperativa e ai Gas (Gruppi di acquisto solidale).

«È un attacco diretto al cuore della Calabria che vuole liberarsi dalla criminalità organizzata», afferma il segretario del Pd calabrese, il senatore Nicola Irto. «Rubare prodotti agricoli coltivati su un bene confiscato è un tentativo di annientare un modello sociale alternativo alle logiche criminali. È un fatto gravissimo e non può essere tollerato. Ci aspettiamo una risposta immediata e forte dello Stato».

Secondo i dem, gli episodi colpiscono una cooperativa «simbolo del riscatto territoriale», fondata da giovani e lavoratori che hanno scelto di costruire il proprio futuro «senza subire ricatti mafiosi». Per Irto, «le ritorsioni continue dimostrano la volontà di piegare la speranza e imporre la paura», ma la comunità democratica ribadisce che «non bisogna permettere che ciò accada».

La Valle del Marro, realtà attiva da anni nella formazione alla legalità e nell’inserimento lavorativo di persone provenienti da contesti di sfruttamento, viene descritta come un presidio di qualità, sostenibilità e lavoro dignitoso. «La loro denuncia ha un peso enorme – sottolinea il Pd – e la situazione è ormai divenuta insostenibile».

L’appello finale è rivolto al governo, al quale viene chiesto di garantire «vigilanza, sicurezza e tutela» non solo alla Valle del Marro, ma a tutte le cooperative che operano nei terreni confiscati alla criminalità organizzata.