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Mentre il “Tito Minniti” fa i conti con un aumento vertiginoso del traffico passeggeri, aprendo finalmente la strada alla “Reggio turistica” tanto agognata, e mentre in previsione dell’aumento dei flussi veicolari dovuti agli spostamenti per l’esodo estivo Anas per facilitare la circolazione sulla propria rete stradale e autostradale rimuoverà dal 27 luglio al 3 settembre 906 cantieri, il 70% dei cantieri ad oggi attivi (1278), Reggio Calabria, non sfugge alla grade sete che sta attanagliando ampie zone della nostra regione a causa di una siccità perdurante che sta mettendo a dura prova la quotidianità dei cittadini e di chi, magari anche per la prima volta, si affaccia sullo Stretto.
Da Archi a Sbarre, da Cardinale Portanova a Cannavò, passando per Croce Valanidi, San Gregorio e Pellaro, non c’è zona che non soffra la carenza idrica. Intendiamoci, non una novità a queste latitudini dove, storicamente, ha fatto si è fatto i conti con un approvvigionamento che ha letteralmente fatto acqua da tutte le parti, per via di una rete idrica vetusta e insufficiente a cui negli anni si sta provando a mettere più di una pezza, ma quanto sta succedendo in queste ultime settimane sta mettendo a dura prova la resistenza dei reggini. Dapprima il razionamento, e la diminuzione della portata, e ora in alcuni casi l’interruzione totale dell’erogazione di acqua, ancor prima delle ore 13, come accaduto ieri in ampie zone a sud della città, con la gente che prende d’assalto le fontane pubbliche pur di portare a casa qualche litro di acqua che certo non può bastare in una situazione climatica per certi versi estrema che sta facendo segnare temperature record su gran parte dell’Italia.
Falcomatà: «Stiamo facendo quello che è nelle nostre possibilità»
Di «situazione molto grave», non solo in città ma su tutto il territorio metropolitano, ha parlato ai nostri microfoni il sindaco Giuseppe Falcomatà che ha spiegato come la principale causa della carenza idrica è da addebitare all’abbassamento del livello della Diga del Menta che aveva fatto sperare i reggini in una sorta di miracolo per superare l’atavico problema.
Invece, in questi giorni si parla di un abbassamento che va oltre la soglia del 40%preoccupando e non poco chi deve provvedere all’approvvigionamento del prezioso liquido a valle. Senza parlare dei preoccupanti aggiornamenti forniti da Sorical che dà conto dei continui cali di portata dall’acquedotto Tuccio che costringe ad anticipare la chiusura dei serbatoi per aumentare la capacità di accumulo e avere maggiore risorsa al mattino, quando alle 5:30 i serbatoi saranno riaperti.
«A differenza degli altri anni – chiarisce il primo cittadino – con il passaggio della gestione dell’idrico alla Regione Calabria i Comuni non hanno più la capacità, la possibilità e la competenza a intervenire in maniera diretta rispetto a queste situazioni e quindi a gestire l’emergenza. Noi possiamo soltanto segnalare…».
E c’è da giurare che le segnalazioni siano tantissime, come innumerevoli, conferma il sindaco Falcomatà, sono le richieste di intervento che ci sono sull’intero territorio.
«Ho già interloquito con il Prefetto Vaccaro, che ringrazio per la consueta disponibilità, e lunedì faremo un tavolo insieme a Sorical per capire come gestire questa emergenzaperché ripeto ad oggi già da qualche mese con il passaggio della gestione dell’idrico alla Regione Calabria i comuni non hanno più competenze diretta. Questo lo dico anche per informare i cittadini che magari non hanno seguito questi passaggi».
Intanto sono state messe in campo le classiche autobotti: «Nel corso dei mesi scorsi il Comune aveva acquistato con fondi comunitari le autobotti. Le ultime le abbiamo date a Sorical per la gestione della crisi idrica anche all’interno della casa circondariale di Argillaperché anche su questo naturalmente ci sono delle priorità, quindi tutto quello che è nelle nostre possibilità noi lo stiamo facendo».
Aloisio: «Problema difficile da gestire per imprese e … turismo»
L’emergenza idrica però è un problema che chiaramente colpisce non solo i cittadini ma anche le imprese. Claudio Aloisio di Confesercenti pone il problema in ottica turistica e non solo: «Questo è un grandissimo problema che si va ad aggiungere anche ad altri problemi che si devono risolvere e che riguardano i servizi primari. Ricordiamoci che i servizi primari incidono sulla qualità della vita dei cittadini ma ovviamente incidono sulla qualità della vita dei cittadini ma anche sul fatto che una città, un territorio, possa diventare o meno una meta turistica appetibile».
«In questo momento – argomenta Aloisio – la siccità sta creando dei grandissimi problemi. Non parliamo della parte agricola piuttosto che di altre aziende che con l’acqua fanno la loro attività, e diventa indispensabile, ma per chiunque, in questo momento, il fatto che l’acqua sia razionata». Che alcune volte venga interrotta, per il numero uno di Confesercenti, diventa un problema molto difficile da gestire «a maggior ragione, poi, per le famiglie che – aggiunge – soffrono ancora questo grande problema. Si pensava che la Diga del Menta risolvesse tutti i problemi idrici della città di Reggio Calabria, purtroppo così non è stato, a maggior ragione in un contesto come quello attuale dove poi il tempo non possiamo controllarlo e quindi la siccità sta facendo dei danni incalcolabili in tantissimi settori e questo inciderà anche nell’ambito dell’immagine che possiamo dare al turista che viene a visitarci».

