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Alle parole di Lorenzo Matacena, amministratore delegato di Caronte & Tourist Spa e vicepresidente della Confederazione Italiana Armatori, che a Coffee Break su La7 aveva dichiarato che «La storia, come quella del collegamento tra la Svezia e la Danimarca, ci insegna che il traghettamento non scomparirà con un collegamento stabile, anzi sarà utile sia nelle fasi di realizzazione sia in supporto al ponte in caso di condizioni avverse», la Società Stretto di Messina ha inteso replicare con la seguente nota:
«Stretto di Messina ha sempre sottolineato come il ponte rappresenti una tessera del mosaico trasportistico italiano. È un attrattore di ulteriori infrastrutture e ciò è già testimoniato dal consistente programma di opere infrastrutturali in atto e in programmazione nelle due regioni dello Stretto.
L’opera renderà sostenibile la prosecuzione dell’alta velocità fino a Reggio Calabria, consentendo di coinvolgere il bacino di utenza di 5 milioni di potenziali utenti in Sicilia.
I traghetti saranno certamente molto impegnati durante le fasi costruttive del ponte e dei suoi 40 km di collegamenti stradali e ferroviari mentre, una volta che l’opera entrerà in esercizio, potranno essere utilizzati, magari in una diversa configurazione, per accogliere i turisti interessati a giri panoramici, come avviene in altre parti del mondo dove baie e bracci di mare sono già uniti da ponti.
Il ponte sarà aperto 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, senza alcuna interruzione di traffico a causa del vento: questo in virtù della particolare forma aerodinamica dell’impalcato e dei dispositivi di barriere antivento che assolvono anche alla funzione di garantire il comfort degli utenti. La chiusura del ponte non è prevista se non con velocità media del vento superiore a 169 Km/h – mai raggiunta nello Stretto – e in ogni caso, superata tale soglia, difficilmente i traghetti sarebbero in grado di navigare».