L’evento, che su proposta del Senatore Filippo Melchiorre ha lanciato il tavolo tecnico volto a una strategia complessiva di rilancio dell’Italia interna, ha visto protagonista l’Area Grecanica con i quattro sindaci Casile, Zavettieri, Penna e Pellicanò. Dai presìdi sanitari alle strade si lavora per ottenere più risorse e più investimenti
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Si è tenuto il 5 dicembre 2025 presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato l’evento «Piccoli Comuni. La Sfida del Futuro», promosso dal senatore Filippo Melchiorre. L’iniziativa nasce con l’obiettivo di offrire uno spazio di approfondimento e confronto sulle problematiche e sulle opportunità che caratterizzano i piccoli comuni italiani, quelli con meno di 5.000 abitanti, che rappresentano circa il 70% dei Comuni italiani. Sono i Comuni che resistono e che ancora oggi costituiscono presìdi di identità, cultura, tradizione e coesione sociale.
Sono stati ospitati 33 sindaci di queste realtà, oltre a Virgilio Caivano, portavoce del Coordinamento dei Piccoli Comuni, per confrontarsi e portare la loro testimonianza su quale futuro costruire e su quali ostacoli debbano essere affrontati. L’iniziativa si inserisce nel più ampio dibattito sulla programmazione strategica per lo sviluppo delle aree interne e sul tema dello spopolamento, a partire dall’assunto che non deve essere un privilegio nascere in alcuni luoghi piuttosto che in altri.
Presenti, tra gli altri, i sindaci di Bova, Roghudi, Roccaforte del Greco e Staiti, che hanno sottolineato le criticità relative alle infrastrutture, alla sanità, alla mobilità e alla connessione con il resto del territorio. Si tratta di alcune delle dimensioni che, secondo Caivano, vanno a costituire le cosiddette quattro gambe: «Come coordinamento dei Piccoli Comuni chiediamo che il governo e la politica nazionale dotino tutti i piccoli Comuni di un maestro, un medico, un autista e del 5G. A questo va affiancato un processo di riforma che faccia il tagliando alle leggi Bassanini per adeguarle alle esigenze dei tempi che viviamo».
Da Nord a Sud il richiamo è stato corale ed unanime, sottolineando la carenza di servizi alla persona, di infrastrutture fisiche e digitali, di risorse finanziarie e di capacità amministrativa che impediscono all’Italia delle aree interne di poter immaginare e programmare il loro futuro.
Dall’Area Grecanica, compatta nella partecipazione, si è levato un coro unanime di richieste legate alla realizzazione di strade, infrastrutture per la mobilità e presìdi sanitari, la cui carenza o assenza impedisce di scegliere se restare o partire. È stata la sindaca di Staiti, Giovanna Pellicanò, a offrire un forte spunto di riflessione: «Durante il periodo del COVID il mio Comune ha visto la sua popolazione crescere. Molti sono rientrati per trascorrere quel frangente in una comunità raccolta e isolata, capace di garantire una dimenticata qualità della vita. Ma così come erano arrivati sono andati via. Per il troppo isolamento, per la lontananza dai presìdi medici e per la paura di potersi trovare ad affrontare situazioni di emergenza con un’ambulanza che non sarebbe mai arrivata prima di 50 minuti. Come è possibile pensare di restare in queste condizioni?». Alla sua voce si sono unite quelle di Domenico Penna, Pierpaolo Zavettieri e Santo Casile, che, come gli altri ospiti presenti, hanno chiesto come priorità assoluta di uscire dall’isolamento fisico che, prima o dopo, porta inevitabilmente all’abbandono, e di vedersi garantiti almeno i servizi minimi.
In questo quadro la presenza congiunta dei senatori Filippo Melchiorre (FdI) e Francesco Boccia (PD) ha voluto essere un segnale di attenzione e volontà bipartisan di occuparsi di un tema, quello delle aree interne, da cui passa un pezzo importante del futuro dell’Italia. Se Melchiorre ha sottolineato come la dorsale appenninica sia la colonna vertebrale del Paese che reclama attenzione e per la quale occorre muoversi subito, Boccia ha rimarcato che le divisioni ideologiche che contraddistinguono gli schieramenti parlamentari non possono trovare spazio su una questione che coinvolge tutti e su cui tutti, insieme, siamo chiamati a trovare soluzioni. E ha aggiunto: «I piccoli Comuni sono un pezzo fondamentale dell’articolazione della Repubblica. Per ridare loro speranza e dignità occorre ripartire dai servizi. Il resto verrà a cascata».
Per Melchiorre non si tratta di un evento che si apre e si chiude: «Oggi celebriamo l’inaugurazione di un tavolo tecnico che mette al centro i piccoli Comuni. Sono stato anche io un amministratore locale e so cosa significa farlo e quali e quanti problemi vadano affrontati. Da oggi parte un lavoro di ascolto, ricognizione e programmazione itinerante che intende coinvolgere le realtà dei piccoli Comuni per individuare insieme soluzioni da praticare con l’obiettivo di attuare una strategia complessiva di rilancio dell’Italia interna».

