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Sono consapevoli di rischiare addirittura il carcere ma non hanno alcuna intenzione di fermarsi. Sul DDL Sicurezza e DL Ambiente e Infrastrutture non hanno dubbi: «Costituiscono provvedimenti che attentano alle libertà costituzionali e ai princìpi democratici di equità e giustizia». Con questa convinzione i No Ponte hanno organizzato una due giorni di confronto che coinvolgeranno Calabria e Sicilia. E Peppe Marra chiarisce la posizione che i No Ponte intendono portare avanti nonostante i provvedimenti «calati dall’alto».
«Gli ultimi mesi sono stati particolarmente intensi per il Governo che «ha messo in piedi due decreti: il decreto infrastrutture e il decreto sicurezza. Il Governo si prepara ad aprire i cantieri nonostante non ci sia un progetto esecutivo del Ponte, il famoso “progetto spezzatino”. Quindi, autorizzano l’apertura dei cantieri per fasi costruttive. Il rischio è che si aprano cantieri che non potranno mai chiudersi, perché, ripeto, manca il progetto. Inoltre, noi non possiamo nemmeno protestare, perché con il decreto sicurezza vengono introdotte nuove pene specifiche proprio per chi manifesta e protesta contro le grandi opere».
Un momento di riflessione che guidi le prossime fasi di mobilitazione contro il Ponte. Come mai prima d’ora nella storia della Repubblica.
«Questo dimostra l’arroganza di un Governo che vuole imporci un’opera e devastare questo territorio senza, ripeto, avere un progetto esecutivo in mano, senza sapere tempi, costi, senza sapere se si può fare o non fare il ponte. E loro pensano che dovremmo accettare tutto questo senza reagire».
Chiaramente non lo farete, continuerete ad opporvi. Quali saranno gli step successivi?
«Chiaramente, continueremo con queste iniziative per informare e far capire cosa ci farà perdere questa eventuale apertura di cantieri. Ma allo stesso tempo, ci organizzeremo anche per difenderci da questi decreti. Stiamo lavorando a un convegno sia dal punto di vista tecnico-giuridico, per dimostrare quanto sia anticostituzionale e antidemocratico un decreto di questo tipo, sia per prepararci con i nostri avvocati a difenderci. La nostra intenzione è quella di non farci impaurire e di opporci a opere che assolutamente riteniamo inutili e devastanti».
Proprio per questo oggi a Villa San Giovanni, al CSC Nuvola Rossa, si terrà un’assemblea in presenza del PM Stefano Musolino (segretario nazionale di Magistratura Democratica), Arturo Salerni, legale del Progetto Diritti, e Alberto Ziparo, ingegnere dell’Università di Firenze e coordinatore degli studi sull’impatto del Ponte. Nel pomeriggio, dalle 15, l’assemblea sarà aperta alle realtà calabresi e siciliane di lotta sociale e ambientale per immaginare e definire le prossime tappe del percorso di contrasto al Ponte. Domenica 20, al villaggio UNRRA di Contesse (Messina), alle 18,30 andrà invece in scena lo spettacolo teatrale “Scecco, Cavallo e Re”, una spietata riflessione sull’inganno del potere.
«Il reato di blocco stradale, finora “solo” illecito amministrativo, acquisisce statuto penale, estendendosi anche a picchetti e scioperi di lavoratori, e prevedendo una misura detentiva fino a due anni se il blocco viene attuato da più di una persona. Questa misura, ribattezzata anti-Gandhi, in quanto si abbatte sulle forme pacifiche di resistenza passiva, si unisce all’introduzione dell’aggravante al reato di resistenza a pubblico ufficiale quando questo si manifesterà durante manifestazioni convocate “al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o un’infrastruttura strategica”, come TAV o Ponte sullo Stretto.
Questo disegno di legge prende forma mentre sono ancora in corso i contenziosi plurimilionari che vedono lo Stato chiamato in causa dal consorzio EuroLink e dalla società statunitense Parsons per la “sospensione” del progetto decisa nel 2012 dal governo Monti: fino a giugno 2025 non sarà possibile procedere a nuovi appalti, ma il governo accelera ugualmente e con il decreto Ambiente dispone addirittura che possa sostituirsi alla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale se questa non dovesse determinare risultati graditi! Assistiamo a forzature e stravolgimenti inquietanti del nostro ordinamento giuridico e costituzionale».