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«Le dichiarazioni del vicesindaco Paolo Brunetti oscillano tra il ridicolo e l’incredibile, spuntando dal nulla per fare da scudo al sindaco peggiore d’Italia. Piuttosto che scusarsi a nome del suo capo e del Comune che rappresenta, vista l’inadempienza dell’Amministrazione Falcomatà rispetto al ripristino di un organo di decentramento comunale e di democrazia partecipativa previsto da una legge dello Stato approvata quasi tre anni fa, Brunetti pensa di mostrarsi per ciò che non è, alzando la voce dietro un comunicato stampa. Perché non lo ha fatto prima di oggi? Forse adesso ha bisogno di visibilità elettorale per supportare uno dei suoi superiori? Probabilmente è solo foga da campagna elettorale, visto che sembra indeciso se sostenere il suo capo Falcomatà, il collega Versace o l’amico di sempre Muraca. Che confusione… sarà perché si amano!».
È quanto afferma il gruppo consiliare di Forza Italia a Reggio Calabria, composto dai consiglieri Federico Milia, Antonino Maiolino, Roberto Vizzari, Antonino Zimbalatti e Saverio Anghelone, replicando alla nota del vicesindaco sul tema delle Circoscrizioni.
«Al di là delle scaramucce elettorali – prosegue la nota – la rabbia trapelata dal comunicato di Brunetti è dovuta al “bruciore” di sentirsi dire dal Ministero dell’Interno che l’Amministrazione è inadempiente rispetto a quanto previsto dal TUEL. Ricordiamo che il Testo unico degli enti locali è stato modificato dall’emendamento Cannizzaro proprio per consentire a Reggio Calabria di riavere le circoscrizioni, visto che era l’unica città metropolitana a non averle. Quanto ai costi, i 700mila euro previsti dall’emendamento sono solo la base per l’avvio, non per la gestione a vita delle circoscrizioni. In tutta Italia, inoltre, i costi ricadono sui bilanci comunali e non sullo Stato. Pertanto, Brunetti si informi bene. Quando affronta questioni economiche dovrebbe essere serio e intellettualmente onesto, perché cca nisciunu è fesso. I cittadini hanno ben compreso il valore della nostra battaglia: restituire democrazia e riaccendere quella politica di quartiere che ravviva l’anima della città e ricuce il distacco con le istituzioni creato in dieci anni di amministrazione Falcomatà».
«Alla nuova bacchettata del Ministero – aggiungono i consiglieri – anziché tacere, Brunetti ha preferito buttarsi nel fuoco per difendere il suo capo. Sorvola però sul fatto che, quando ha ricoperto il ruolo di sindaco facente funzioni, avrebbe potuto occuparsi della questione sollevando le stesse perplessità (infondate e strumentali) già allora, e non solo adesso, in piena campagna elettorale. Forse era troppo preso dalla Reggina piuttosto che dai reggini. La cosa che più ci rattrista è che a parlare così oggi sia un uomo che politicamente è nato proprio nelle circoscrizioni, da quella politica dal basso che ha formato dirigenti di livello. Evidentemente – concludono – non è il caso di Paolo Brunetti».