L’esponente di Forza Italia: «Cantiere fermo da anni, la città attende un’opera annunciata troppe volte»
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Un museo annunciato, finanziato, quasi completato — ma mai aperto. Il destino dell’ex Monastero della Visitazione di Reggio Campi torna al centro del dibattito cittadino attraverso le riflessioni dell’architetto Antonella Postorino, responsabile del Dipartimento Urbanistica e Pianificazione della Città per il Coordinamento Grande Città di Reggio Calabria (Forza Italia).
Nel suo intervento, Postorino definisce la vicenda del Museo Civico «un’epopea fatta di promesse, rinvii e aperture imminenti», denunciando l’immobilismo che ancora oggi circonda l’opera: «Basta una passeggiata in via Reggio Campi per capire che il cantiere giace in silenzio. Quando potremo finalmente assistere alla tanto attesa (e più volte proclamata) apertura del polo museale?»
Un progetto strategico rimasto in sospeso
Il recupero dell’ex monastero, complesso ottocentesco di grande valore architettonico, era stato inserito tra le opere strategiche dei PISU del POR Calabria FESR 2007/2013, con un finanziamento complessivo di 4,7 milioni di euro, successivamente incrementato con ulteriori 2,85 milioni e un ulteriore intervento da 500 mila euro per gli allestimenti.
Avviati nel 2017, i lavori hanno subito nel tempo diversi stop. Nel dicembre 2023, il progetto veniva dichiarato completato «al 90%», con apertura «imminente». Oggi, a distanza di quasi due anni, il cantiere resta chiuso e la città continua ad attendere.
«Cantieri infiniti, costi e degrado»
Secondo l’architetto Postorino, «i cantieri infiniti non solo costano di più, ma producono anche obsolescenza tecnologica e degrado materico. Le norme cambiano, le strutture si deteriorano e ciò che era innovativo rischia di diventare superato prima ancora di essere utilizzato».
Un rischio concreto, spiega, per un’opera che avrebbe dovuto rappresentare la rinascita culturale di Reggio Calabria: «Si arriva al paradosso di dover risanare il cantiere invece di completare l’opera».
Il caso delle colonne di Tresoldi
Postorino dedica una parte della sua analisi alle 14 colonne metalliche di Edoardo Tresoldi, installate nel chiostro del complesso: «Si tratta delle colonne “eccedenti” dell’opera “Opera” collocata sul Lungomare. Per evitare imbarazzi, si è scelto di posizionarle nel museo, trasformando un errore logistico in un gesto apparentemente culturale».
Una scelta che, a suo avviso, «svuota l’opera del suo valore artistico e priva la città di un’occasione per una reale valorizzazione dell’arte contemporanea».
«La città chiede certezze»
«I cittadini – conclude Postorino – non chiedono più annunci, ma certezze. Se l’opera è davvero completata, perché non renderla subito fruibile? Perché non aprire le sale ai visitatori e restituire alla città uno dei suoi luoghi più identitari?»
Dopo l’ultimo aggiornamento risalente al gennaio 2024, sul futuro del Museo Civico della Visitazione è calato il silenzio. Tra sigilli e impalcature, l’opera simbolo della cultura reggina rischia di restare l’ennesimo monumento all’incompiuto.

