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Se c’era una sfida su cui puntare praticamente a mani basse i bookmakers avrebbero indicato quella della presidenza, tutta a favore dell’uscente dimissionario Roberto Occhiuto. Ma a Reggio non si sono giocate solo le regionali, ma diverse partite nella partita. Tutti gli occhi d’altra parte erano puntati su alcune sfide in particolare, alcune fratricide, altre affrontate in prospettiva, ma giocate tutte sul territorio metropolitano.
C’era quella di Francesco Cannizzaro che giocava per la riconferma. Ieri sera, di ritorno da Gizzeria, ha voluto incontrare i suoi – e la stampa – nella sede del Coordinamento regionale per rimarcare il valore di una vittoria storica (la riconferma di un presidente regionale) e il primato non solo in Calabria ma anche in città. D’altra parte gli azzurri si sono presentati con tre compagini (FI – Occhiuto presidente- Forza Azzurri) raggiungendo il 34% circa sommando le rispettive preferenze. Non una somma automatica per la verità, ma comunque sul territorio della città metropolitana Forza Italia sfiora il 20% e porta a casa il più votato della Circoscrizione, Salvatore Cirillo con 19108 preferenze, con l’uscente Domenico Giannetta che conferma la sua solida base elettorale a quota diecimila.
Benché adesso si sprechino parole al miele, all’interno della coalizione di centrodestra c’era una grande competitività, anche in proiezione comunali. Ogni partito durante la campagna elettorale ha rivendicato il diritto di dire la propria nella scelta del futuro sindaco. Un modo anche per galvanizzare i propri sostenitori. Cannizzaro da parte sua ha sempre sostenuto che la primazia di Forza Italia, sta nelle cose, e i numeri anche questa volta gli hanno dato ragione. A Reggio città fa addirittura meglio, col 21%, e con le altre due liste conta un 8% sostanzioso.
Una delle partite aperte, nonostante i buonissimi rapporti con il leghista Durigon, era proprio con la Lega che, per dirla con il sottosegretario al Lavoro, ha (ri)dato voce ad uno come Giuseppe Scopelliti che, per dirne una, ha apparecchiato la piazza per la chiusura della campagna elettorale del Carroccio con Salvini in quel di piazza De Nava. Un atto anche dimostrativo, di forza e di presenza sul territorio, che ha ingolosito i suoi sostenitori per un non più ipotetico ritorno in grande stile dell’ex sindaco, ancora molto amato in città. Come tutti sanno Scopelliti ha sostenuto Franco Sarica che occupa la seconda casella della lista salviniana dietro soltanto a Peppe Mattiani. Ma non gli basteranno al momento le oltre 7 mila preferenze collezionate per entrare a palazzo Campanella. La partita di Scopelliti è però anche la partita di una Lega che vuole contare al tavolo delle comunali e per farlo userà anche il grimaldello Scopelliti. Ma soprattutto il risultato ottenuto in questa tornata elettorale che dà ragione a Durigon che aveva scommesso forte sulla squadra messa in campo, e la città l’ha premiata questa squadra, portando la Lega al 14% in provincia e al 15 in città. Tra gli altri va sottolineato il buon risultato di Daniela Demetrio (5mila voti) e della Garante Stanganelli (4,4). Mentre è lusinghiero per l’esordiente Armando Neri essere finito davanti a due uscenti del calibro Caterina Capponi e Pino Gelardi.
In un’altra partita interna al centrodestra non sfonda invece Fratelli d’Italia, nonostante le performance di Giovanni Calabrese che a Reggio città prende 1763 voti dietro Stefano Princi che l’ha doppiato, e spopola in provincia, attestandosi sugli 11 mila voti. Fatto sta che nell’ambito del centrodestra i meloniani rimangono sotto la Lega sia a Reggio città che sul territorio metropolitano.
Nel centrosinistra l’altra partita caldissima era tutta interna al Partito democratico. Dopo l’idea di candidarsi alla presidenza, il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, ha dovuto candidarsi a consigliere contro amici storici, amministratori della sua stessa squadra, e probabilmente una buona fetta di partito. Una scelta delicata e cruciale per lui e per il suo immediato futuro politico. Nel suo staff si è accolta con cautela la notizia della possibile elezione, seppur al termine di una sconfitta elettorale dai mille significati contro il collega Peppe Ranuccio col quale è andato in scena un testa a testa appassionante che ora li vede divisi di appena quattrocento voti. Ci saranno entrambi tra i sette consiglieri che spettano alla Circoscrizione Sud. Non ci sarà invece l’uscente Giovanni Muraca che si è fermato sulle cinquemila preferenze. Più o meno le stesse che Falcomatà ha raccolto in città. Non un bottino invidiabile per la verità. Ma è anche vero che in campo, e contro, c’erano diversi esponenti della sua amministrazione, con la conseguenza di generare una frammentazione di voti inevitabile. C’è poi chi ha dato un significato ulteriore alla candidatura di Falcomatà, legandola proprio agli oltre dieci anni di amministrazione della città. Ma questa è un’altra storia.
Il Pd però correva con due liste, e contava anche sull’apporto di Democratici e progressisti e di Nino De Gaetano tornato in pista dopo dieci anni di purgatorio per il caso Rimborsopoli per il quale è risultato assolto. In città la lista va oltre il 7% (ma si ferma al 5,5 in provincia) e De Gaetano fa segnare 4872 preferenze che precedono le oltre 3mila cinquecento di Carmelo Versace, amministratore al pari di Giuggi Palmenta che di voti ne prende 2297.