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In Calabria sempre più persone rinunciano a curarsi. Accade perché le liste d’attesa sono troppo lunghe, perché i costi del privato sono insostenibili, perché nei paesi e nei quartieri mancano presidi sanitari. È un quadro che Saverio Pazzano, candidato al Consiglio Regionale, descrive come il frutto di anni di smantellamento della sanità pubblica, accelerato – a suo dire – dall’amministrazione Occhiuto.
«Intere comunità, soprattutto nelle aree interne, sono rimaste senza presidi, senza continuità assistenziale, senza futuro», denuncia Pazzano. Un contesto aggravato dall’invecchiamento della popolazione – oltre un terzo dei calabresi ha più di 60 anni – e dall’aumento delle malattie croniche e oncologiche.
Per Pazzano, rigenerare la sanità pubblica non significa solo costruire nuovi ospedali, ma «ricostruire la fiducia tra cittadini e istituzioni, a partire dal territorio». Le proposte sono chiare: potenziare le guardie mediche, rendere operative le Case di Comunità, istituire subito ospedali di comunità come anello tra territorio e ospedale, sviluppare l’assistenza domiciliare e garantire cure palliative precoci.
Oggi, denuncia il candidato, solo il 17% del fabbisogno di cure palliative in Calabria è coperto, lasciando «troppi cittadini soli nei momenti più difficili».
«La salute non è un privilegio, è un diritto. E la sanità pubblica è l’unico strumento in grado di garantirlo a tutti, ovunque», conclude Pazzano, ribadendo l’impegno a difendere e rilanciare la sanità regionale con una prospettiva di prossimità, accessibilità e giustizia sociale.