Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Regionali 2025, c’è chi ci arriva da dimissionario, chi da uscente, chi da outsider. Domenico Gattuso, professore universitario e tecnico di lungo corso, entra in campo con la lista “Tridico Presidente” con un obiettivo chiaro: riportare al centro il buon governo e la progettualità.
In una Calabria segnata da fratture profonde, Gattuso offre una lettura lucida e documentata della crisi regionale. I dati parlano chiaro: in vent’anni, la regione ha perso circa 200 mila abitanti, con una fuga massiccia di giovani (750 mila emigrati), un sistema sanitario al collasso – appena il 13% dei fondi previsti sono stati realmente spesi – e un disastro nella gestione del Pnrr, con una percentuale d’attuazione ferma sempre al 13%.
La Calabria è a pezzi. Bastano pochi indicatori a dimostrarlo:
- Declino demografico costante. Dai 2 milioni di abitanti del 2005 la Calabria è scesa a 1,8 milioni , con una perdita particolarmente accelerata nell’ultimo decennio. E vanno via in particolare i giovani, ben 750 mila sono emigrati.
- Collasso del sistema sanitario. Si registra il fallimento dell’ultimo Programma Operativo Regionale. Rispetto ad impegni pianificati per 316 milioni di Euro ne sono stati spesi 41 milioni, ovvero il 13% appena.
- In Calabria si è speso appena il 13% dei 6,25 Miliardi di Euro dei fondi PNRR assegnati. E questo disastro è tutto da imputare al governo di centro-destra nazionale e regionale. Il rischio di disimpegno di ingenti risorse purtroppo è reale. Ne hanno risentito in particolare il sistema delle infrastrutture (di trasporto, dell’energia, dell’impresa).
- Nel campo dei trasporti si osservano forti limiti di investimento e di realizzazione di opere e servizi. Il progetto di Alta Velocità ferroviaria di RFI per la Calabria, alquanto discutibile nelle sue caratteristiche dimensionali ed operative, è stato presentato ai media, poi ritirato, infine definanziato, nell’arco di 5 anni. Fondi di coesione importanti che erano diretti a migliorare le reti di trasporto sull’intero territorio regionale sono stati sottratti e dirottati sul ponte di Messina. La Ferrovia Ionica è quasi nelle stesse condizioni di 20 anni fa. Le ferrovie regionali (Ferrovie della Calabria) sono di nuovo in grave crisi. Il trasporto aereo registra una tendenza alla crescita dei traffici, grazie al potenziamento dell’offerta di voli, ma rischia di arenarsi in mancanza di servizi di trasporto per l’accessibilità ai territori (basti pensare ai collegamenti difficili tra l’Aeroporto dello Stretto e la provincia, tra l’aeroporto e la Sicilia. Il trasporto marittimo è fermo al palo, escludendo il porto di Gioia Tauro che è di tipo merci ed ha una dinamica legata all’attivismo dell’impresa piuttosto che all’azione del Governo regionale; non crescono la portualità commerciale, la nautica turistica, il commercio via mare; il sistema stradale è anch’esso molto al di sotto delle attese sia per estesa che per qualità infrastrutturale; la viabilità delle aree interne è da terzo mondo in molti comprensori. Nel territorio della Città Metropolitana, con l’eccezione della Gallico-Gambarie. Non si realizzano nuove infrastruttura da decenni e non si attivano neppure seri interventi per la messa in sicurezza delle vecchie arterie. Nel 2023, la Calabria ha registrato 2.840 incidenti stradali, con 109 vittime e 4.385 feriti. Numeri impressionanti ed inaccettabili.
- PIL e reddito medio rimangono i più bassi d’Italia (sono circa il 50% dei valori medi delle regioni del Nord), comunque più modesti delle altre regioni del Mezzogiorno.
- Tra il 1995 e il 2024, mentre l’Italia ha vissuto fasi alterne sul piano economico, in Calabria si è verificato un distacco strutturale rispetto al resto del Paese; nel 1995, le persone in età 15–64 anni attive nel mercato del lavoro erano circa 657 mila, sono scese a 602 mila nel 2024. Nel 1995 gli occupati in età 15–64 anni erano 558 mila; nel 2024 sono 521 mila, con una riduzione netta di 37 mila unità (–6,6%).
Da ieri a domani queste regionali possono cambiare il futuro della Calabria, ma di cosa ha bisogno oggi il territorio della città metropolitana?
Il territorio della Città Metropolitana avrebbe bisogno innanzitutto di più rispetto da parte del Governo regionale. Ancora oggi, a distanza di 11 anni dalla legge istitutiva, la Regione non ha trasferito le deleghe per rendere operativa la gestione delle risorse a livello locale. Si tratta dell’unico caso, vergognoso, in Italia. C’è bisogno di autorevolezza e di pianificazione strutturale per affrontare l’insieme delle problematiche del territorio, considerando la Regione e gli Enti sovraordinati (Stato ed Europa) come diretti interlocutori alla pari. Un governo regionale rispettoso potrebbe finalmente avviare una fase di sviluppo dell’Area metropolitana dello Stretto in accordo con le esigenze della comunità locale, senza mortificarne le potenzialità.
Dalle infrastrutture alla sanità, tanti troppi i gap raccontati dall’opinione pubblica. Come si fa una scala di priorità per la Calabria e quale è la sua?
«La mia scala di priorità: sanità, lavoro, trasporti. Ma è evidente che occorre lavorare in tutti i settori contemporaneamente. Occorre qualificare la spesa, puntare su progetti concreti e attuabili in tempi brevi, occorre una struttura di governo di qualità, occorre formare e impegnare quadri efficienti attingendo a risorse umani locali, dirigenti e tecnici che oggi regaliamo ad altri territori. Occorre un monitoraggio costante e trasparenza nella programmazione e nella realizzazione delle opere e dei servizi, occorre eliminare sacche di malaffare, stabilire un rapporto corretto tra pubblico e privato.
Una scelta coraggiosa che mi sentirei di fare: chiudere definitivamente con la chimera del ponte sullo Stretto, vincolare e impegnare le risorse programmate (14,6 miliardi di euro) per investimenti utili, urgenti, oculati ed efficaci, distribuiti sul territorio calabrese e siciliano, con scadenza al 2035.
Cosa terrebbe del programma dei suoi avversari, e cosa invece cestinerebbe subito?
Non conosco i programmi degli avversari. Gran parte di essi non hanno programmi specifici o si limita a ripetere vecchi slogan e promesse generiche. La nostra gente non crede più alle dichiarazioni d’intenti sui programmi, contano i fatti: ed i risultati delle pratiche di governo di Occhiuto sono sotto gli occhi di tutto».
Motivi della candidatura
«Ho accettato di candidarmi nella Lista del Presidente Pasquale Tridico perché ne condivido idee, contenuti ed obiettivi, con l’intento di contribuire attivamente e con le mie competenze alla nascita e allo sviluppo di una nuova fase politica, che ridia speranze alla comunità calabrese ed in particolare ai giovani, attraverso strategie e progetti mirati, utili ed abbordabili, capaci di generare concretamente opportunità di lavoro e di vita sociale dignitose».