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«La Calabria a queste elezioni non arriva nella performance migliore, anche perché si fissa una tornata elettorale in un modo inconsueto a seguito di un terremoto politico causato dal governatore uscente che, colto da un’inchiesta, avrà pensato bene di utilizzare il consenso elettorale forse per coprire un po’ le questioni giudiziarie di carattere personale. La Calabria ci arriva quindi in modo disfatto perché la politica, a mio avviso, dovrebbe avere i giusti tempi e la giusta costruzione per ricevere i mandati elettorali. Forse si è pensato di mettere in difficoltà la parte avversa al centrodestra, ma noi siamo scesi in campo comunque, convinti perché la Calabria ha bisogno di rappresentanze oneste, innanzitutto, e di rappresentanze che possono dotare il territorio di quel rilancio e quello sviluppo che ancora ahinoi non è stato raggiunto».
Gabriele Andriani, segretario metropolitano del PRI è candidata quale capolista di “Casa Riformista” che raggruppa un le forze progressiste e riformiste di ispirazione di centrosinistra a sostegno del candidato presidente Pasquale Tridico.
«Casa Riformista, è vero, si è dovuta costruire ma perché è partita con un progetto delle minoranze, cioè i partiti riferiti a Azione, Italia Viva, Socialisti e Partito Repubblicano che rappresento, si sono uniti, si sono raggruppati per scendere in campo chiedendo pari dignità a tutto il tavolo di centrosinistra e quindi al campo largo. Alla fine questo campo si è proprio allargato, si è scelto il candidato unico senza nessun contrasto e così, il centrosinistra che ha dimostrato unità, e Casa Riformista con i principi e i valori radicati in partiti storici, possono programmare assieme innanzitutto lo sviluppo del territorio».
Per lei la Calabria ha l’assoluta necessità di recuperare tutti i servizi assenti dal punto di vista del diritto del cittadino, «mi riferisco innanzitutto alla sanità perché è impensabile e inaccettabile che fissare una visita specialistica in intramoenia bisogna pagare 220 euro quando magari in un laboratorio di uno specialista il costo sarebbe inferiore. Dico questo perché i costi della sanità sono levitati rispetto al servizio che non è puntuale. C’è una forte migrazione sanitaria unita all’emigrazione lavorativa e questa emigrazione sanitaria è ancora più grave perché molta gente si indebita per potersi curare. Anziani che sono costretti molte volte a chiedere dei prestiti ai figli o indebitarsi tutta la pensione per curarsi. Questo è sicuramente uno dei motivi principali per cui noi scendiamo in campo e unitamente alla sanità anche per gli altri servizi di cui la Calabria purtroppo è manchevole».
Andriani restituisce al mittente la formula occhiutana del “in quattro anni si è fatto quello che non si è fatto in 40”, e non solo per la questione della salute. «Lo spopolamento della città, delle aree interne, la Calabria che sta diventando un paese per vecchi, ma nemmeno, perché i nostri anziani non hanno neanche la possibilità di curarsi veramente questa regione concorre all’estinzione. Ma cosa vogliono fare? La Calabria non è una regione di serie “b”, è una regione che potrebbe dare peculiarità, risorse, intelligenze, eccellenze. Basti pensare che i nostri ammalati si vanno a curare al nord e si ritrovano primari, specialisti, eccellenze, come medici calabresi. Quindi non reputo che si sia fatto neanche la metà di quello che si sarebbe dovuto fare in termini di sanità e lavoro».
Sanità e lavoro, dunque, sono in vetta alla scala di priorità di Gabriella Andriani, che però sottolinea come «non abbiamo neanche vie di comunicazione adeguate, cioè le infrastrutture mancano, c’è un’assenza assoluta sulla possibilità di ultimare i progetti, ci manca l’alta velocità. È sessanta anni che si parla della Bovalino-Bagnara. È tutto in divenire. La statale 106, è ancora la strada della morte. Ci impieghiamo meno a raggiungere Milano perché prendiamo degli aerei e chiaramente ci impieghiamo un’ora e mezza o due, sulla statale 106 siamo fortunati se arriviamo a destinazione».
Andriani rifugge dalla demonizzazione per motivi ideologici degli avversari – «perché l’avversario non è mai un nemico, ma chi ha scelto altra idea politica», dice – ma non ci sta ai pacchetti confezionati e decantati ma che poi sono solo fumo negli occhi. «Io delle cose fatte dal centrodestra terrei i voli, il ripristino dell’aeroporto, questo sì, però attenzione cioè alcune cose ce le dobbiamo dire, l’aeroporto di Reggio Calabria negli anni in cui era gestito dalla Sogas era diventato un aeroporto internazionale. La Sogas è stata soppressa all’epoca del centrodestra a favore della Sacal e fino a qualche anno fa l’aeroporto di Reggio rischiava di chiudere. Oggi, non abbiamo ancora voli sufficienti. Per il momento ci siamo accontentati perché è chiaro che ci sono molti emigrati, molti emigrati studenti e quindi il volo last minute, il volo low cost che quindi può essere utilizzato a prezzo congruo fa sicuramente comodo all’utenza calabrese, ma non è sufficiente. E poi non è un miracolo, cioè chi sta seduto sugli scranni ha il sacrosanto dovere di attivare le infrastrutture e di risolvere i problemi. Cioè siamo abituati a giudicare bene il politico che ricerca facili consensi piuttosto che trovare facili soluzioni».