lunedì,Aprile 29 2024

Il calvario della Reggina: squadra e dipendenti abbandonati da Saladini

C'è un milione da pagare e nessuno che se ne prenda la responsabilità. Presentato il ricorso al Tar, ma con queste premesse...

Il calvario della Reggina: squadra e dipendenti abbandonati da Saladini

Partiamo dai fatti: la Reggina ha presentato il ricorso al TAR contro la (tripla) esclusione dalla Serie B. La partita degli amaranto si sposta, come preannunciato, dall’ordinamento sportivo a quello statale, con la documentazione adesso ufficialmente consegnata. È, fondamentalmente, l’unica buona notizia sul fronte amaranto, diviso fra la rabbia e la disperazione per una situazione grottesca che continua ad andare avanti da giorni.

Raduno fake

Sin dall’inizio del ritiro, infatti, il Sant’Agata si è dimostrato terra di nessuno. I calciatori non hanno trovato, al netto di Taibi, nessuna figura dirigenziale ad accoglierli. Con Cardona dimesso e abbondantemente fuori dai giochi, toccava a Felice Saladini far qualcosa per tenere a galla la situazione. A quanto ci giunge, tuttavia, il patron, che ha operato una cessione sub iudice del club, è tranquillamente e serenamente a Lamezia Terme, ben distante con corpo e mente dalle difficoltà che si respirano a via delle Industrie.

Gli animi sono all’esasperazione ed è vero tutto ciò che sta emergendo in questi giorni. Al Sant’Agata lavorano inservienti e magazzinieri a cui il contratto è ormai scaduto, spinti da amore per la causa e speranze sempre più flebili per il futuro. I calciatori hanno dato un contributo personale, in una situazione che definire grottesca è poco. Del proprietario arrivato fra mille promesse e slogan sulla legalità non si hanno notizie, se non di un interesse che viaggia sull’esclusivo canale delle carte bollate e della battaglia legale.

Insomma, il ritiro iniziato lo scorso 18 luglio è una presa in giro bella e buona. Non di calciatori e staff che, come detto, si sono trovati calati in un quadro dilettantistico, bensì di un Saladini che sta facendo sprofondare il club nel modo più vile possibile.

Tar, ma con che logica?

Con queste premesse, forse, andare al Tar è pure inutile. C’è una scadenza da saldare il prossimo 2 agosto (la mensilità di giugno) ma ancora nessuno si è preso l’onere: ne Saladini, proprietario uscente, ne Ilari, proprietario potenzialmente entrante. Il milione da versare sarà, probabilmente, oggetto di contesa fino all’ultimo, salvo atti di correttezza e buon senso da una delle due parti.

Al netto di ciò, comunque, ci si presenterà al Tar in un contesto imbarazzante, con un atteggiamento che, nei fatti, ha dato largo a tutti di Gravina e Balata sulla tenuta economica della Reggina. Ponendosi un ulteriore dubbio, ci chiediamo: e se anche la squadra dello Stretto fosse riammessa? Con quali prospettive si andrebbe a disputare il campionato?

Inzaghi e la squadra sono partiti con gli allenamenti, che però sono ragionevolmente condizionati da un umore e un contesto nerissimo. Senza parlare del mercato, che obbligherebbe gli amaranto a un ridimensionamento ulteriore rispetto a quanto non ci sia già stato con gli addii di Ménez, Hernani, Fabbian, Pierozzi e Cionek.

Il disastro perfetto, insomma, si sta concretizzando a Reggio Calabria, con una proprietà che vive la situazione con apparente (e odiosa) strafottenza. L’amministrazione comunale si è svegliata tardivamente, con interviste semplicemente banali che trasudano quanto sia stati superficiali nelle ultime settimane, in cui ci si è accodati alla tifoseria nel condannare la Figc, senza guardare chi stava devastando la Reggina. In maniera, lo ribadiamo ancora, imperdonabilmente vile.

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