Non è solo un motto, è un modo di vivere il calcio. “Hasta el final” è la mentalità con cui Gianfranco Giuliodori e Bruno Barranco stanno lasciando il segno sulla stagione della Reggina. Due argentini che in campo non si risparmiano mai, trascinando la squadra con carattere, personalità e gol.

Nel calcio argentino, la garra non è un optional. È un marchio di fabbrica, una questione di identità. E chi guarda giocare Gianfranco Giuliodori e Bruno Barranco lo capisce subito: la loro presenza in campo è qualcosa che si percepisce, che si respira. Lottano, corrono, soffrono e non mollano mai.

Giuliodori è il classico giocatore che ogni allenatore vorrebbe in squadra. Sicuro, deciso, instancabile. Contro la Vibonese ha offerto una prestazione impeccabile, difendendo con ordine e spingendo con intelligenza. Sembra un veterano, un leader silenzioso che parla con le giocate. È il pilastro di una difesa che sta crescendo partita dopo partita.

E poi c’è Bruno Barranco, che in area di rigore non perdona. Dodici gol in campionato, ma il numero non racconta tutto. Quello che lo distingue è il suo spirito combattivo: un attaccante che si sacrifica, che pressa, che si butta su ogni pallone come se fosse l’ultimo. Ogni sua giocata è un messaggio: la Reggina c’è e lotterà fino alla fine.

Sono loro, insieme ai loro compagni, a dare anima e corpo alla squadra. Hasta el final non è solo uno slogan, è una promessa. È la certezza che questa Reggina non farà mai un passo indietro, che giocherà sempre con il cuore, che ogni battaglia sarà affrontata con la mentalità giusta.

Perché nel calcio, come nella vita, chi ha fame, chi ci crede davvero, arriva sempre lontano. E questa Reggina ha tutta l’intenzione di andare fino in fondo.