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Diciotto anni, una stagione in crescita e una partita da leader: Antonio Lagonigro, portiere della Reggina, ha blindato la porta amaranto nella finale contro la Scafatese. Tra emozione, gratitudine e senso d’appartenenza, le sue parole dopo il trionfo playoff raccontano il significato profondo di vestire quella maglia. «Giocare per la Reggina è la cosa più bella che c’è. Lo farò sempre dando tutto me stesso».
Una prestazione da veterano. Antonio Lagonigro è stato uno dei protagonisti del successo della Reggina contro la Scafatese. Parla con la lucidità di chi sa cosa significhi difendere quei colori.
«Sono contento, è una delle gioie più grandi della mia vita», esordisce. «All’inizio non è stato facile, c’è voluto tempo per ambientarsi. Ma questa città è la mia città e poterla rappresentare in campo è un onore che non tutti possono permettersi. Sono orgoglioso di aver potuto dare il mio contributo».
Il giovane portiere ripercorre anche i momenti difficili: «Dopo la gara di Siracusa non era semplice, ma da lì abbiamo tirato fuori l’orgoglio. A Sambiase, poi, è scattato qualcosa: siamo diventati un tutt’uno, squadra e tifosi».
Decisivo in un paio di interventi nella ripresa, Lagonigro racconta: «C’è stato un momento in cui l’attaccante si è trovato a un passo da me. Sono stato bravo, ma anche fortunato. Poi ci siamo chiusi bene, con maturità e il pubblico ci ha trascinati».
Il legame con i compagni e lo staff è fondamentale nella sua crescita: «Devo ringraziare i miei compagni, lo staff, il preparatore: mi hanno aiutato fin dal primo giorno. Mi hanno sostenuto, mi hanno fatto sentire parte di un gruppo vero. Senza di loro non sarei riuscito a dare tutto questo».
E infine, il momento più emozionante: «Dopo il gol mi sono girato e ho visto tutta la curva esplodere. Sentire il mio nome urlato dalla gente che amo, nella mia città… mi ha fatto tremare. È stata una bolgia, un’emozione che non dimenticherò mai. È stato come un abbraccio collettivo. E oggi, grazie a loro, ci siamo sentiti invincibili».
Lagonigro ha la voce giovane ma lo sguardo deciso di chi sa dove vuole arrivare: «Questa vittoria è un punto di partenza. Voglio crescere ancora, voglio dare tutto per questa maglia. Per me giocare alla Reggina non è solo calcio, è vita. È casa. È tutto». E guardandolo uscire dal campo tra gli applausi, viene facile credergli.

