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A Reggio Calabria vincere non è solo un obiettivo, è un dovere. Lo sanno i giocatori, lo sa la gente, lo urlano forte i tifosi a ogni partita. E questa Reggina, con tutte le difficoltà di un campionato logorante, continua a rispondere presente. La vittoria contro la Vibonese è un altro tassello di un percorso che non ammette esitazioni: cinque successi di fila, tanto carattere, tanta sofferenza, ma soprattutto tanta voglia di restare in alto.
Non era una gara semplice e si è visto. La Reggina parte bene, costruisce, crea, ma deve rincorrere dopo il vantaggio di Terranova. La reazione è da grande squadra: testa alta, nessun panico, e la partita viene ribaltata con determinazione. Poi arriva la ripresa, e lì emerge l’altro volto di questa squadra, quello che sa stringere i denti e soffrire. La Vibonese cresce, la Reggina accusa un calo fisico, ma resiste con orgoglio fino all’ultimo minuto. Anche perché, nel frattempo, da Licata le notizie si fanno attendere, a dimostrazione che nessuno regala nulla.
In campo brillano Grillo e Giuliodori, in netta crescita e sempre più determinanti. Barillá è il solito guerriero, mentre Barranco timbra ancora il cartellino, toccando quota 12 gol. Ma il vero spettacolo è sugli spalti: la Curva Sud canta e spinge, e quel “Crediamoci” a fine partita è un grido che risuona in tutto il Granillo. È il segnale che la città e la squadra sono una cosa sola, unite da un sogno che non vuole spegnersi.
La strada è ancora lunga, ogni partita sarà una battaglia. Ma la Reggina c’è, con la sua gente, con il suo orgoglio. Vincere non è mai abbastanza, e questo gruppo lo sa bene.

