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Domenico Girasole, difensore e autore di 4 gol, continua a inseguire sogni importanti con la sua Reggina, mentre Salvatore Manfrellotti, attaccante del Sant’Agata, anche lui a quota 4 gol, si ferma per sei mesi a causa della propria condotta violenta. Stessi numeri, ma destini e scelte profondamente diversi.
Il 22 settembre scorso, al termine della gara Città di Sant’Agata – Reggina, Manfrellotti ha aggredito Girasole con una mazza di legno e un pugno, provocandogli un trauma temporale. Ma invece di reagire, il difensore amaranto ha scelto la via della compostezza e del silenzio, dimostrando che nel calcio, come nella vita, la vera forza risiede nell’integrità.
La Procura Federale ha inflitto sei mesi di squalifica a Manfrellotti, un provvedimento che sottolinea la gravità di un comportamento che nulla ha a che vedere con lo sport. Nel frattempo, Girasole continua a giocare, con il suo esempio di fair play che emerge ancora di più in un ambiente che, talvolta, sembra aver dimenticato che il calcio è prima di tutto una questione di rispetto reciproco.
La sua risposta, composta e professionale, ci ricorda che non è la forza fisica a fare un campione, ma la capacità di rimanere lucidi anche nelle situazioni più difficili. E mentre Girasole continua a lottare per obiettivi più alti, Manfrellotti dovrà allenarsi solo con i propri rimorsi, per sei mesi.
In un calcio che troppo spesso cede alla tentazione della scorrettezza, Girasole ha dimostrato che la vera vittoria non è mai quella che arriva a tutti i costi, ma quella che si conquista con integrità e rispetto. Mentre Manfrellotti si ferma per sei mesi, il difensore amaranto continua a lottare per i suoi sogni, ribadendo che la sportività è la vittoria più grande.

