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«Mi ritengo una persona positiva, che porta la sua energia nella musica dove ho trovato terreno per elaborare le cose negative della vita». Sprizza ottimismo da tutti i pori Armando Quattrone, ospite del salotto de “Il Reggino”. Il cantautore ha rivelato il suo percorso, la fortuna all’estero e l’amore per i viaggi. «Laureato con 110 e lode a Bologna ho pensato di perseguire la carriera accademica – ha raccontato – Mi sono trasferito per questo ad Amburgo in Germania nel 2011, dove ho iniziato un Dottorato di ricerca in Scienze politiche presso la Facoltà di Sociologia. Però dentro di me covava da sempre il desiderio di esprimere una creatività emotiva, entrare in contatto con le persone tramite la musica e specialmente far sentire la mia voce. E proprio quando pensavo di dovere rinunciare a tutto questo, ho trovato il successo nella stupenda città di Amburgo».
«All’estero sicuramente c’è una maggiore apertura culturale che qui spesso è mancata – ha rivelato Quattrone – Grazie alla musica ho scoperto luoghi, persone, lingue del mondo che non avrei altrimenti mai conosciuto. Di questo sono enormemente grato a chi ascolta la mia musica, viene ai concerti e mi chiama a suonare dalla Calabria in tutta Europa. Andare fuori e vedere di essere apprezzato mi gratifica. Cosa mi spinge a tornare in Calabria? E’ nel dna, come esiste il concetto di “restanza”, esiste anche quello della “tornanza”. Emigrare è difficilissimo ma hai tante opportunità, la vera impresa è restare. E’ un desiderio innato, una cosa che non si può spiegare. Io in Calabria mi trovo bene e vorrei dare il mio contributo che qui si può vivere portando qualcosa di bello e di positivo».
«Il mio genere? Ne potrei mettere tre in uno: pop, reggae con tarantella. C’è una linea di contatto tra la nostra musica, il Mediterraneo, quella latina e i balcani. Nei nostri ritmi e nei nostri strumenti c’è la chiave del pop internazionale. Come ci vedono da fuori? Il 98% del mio pubblico all’estero non è calabrese. La lingua italiana parla a tutto il mondo. I tedeschi vedono molto bene l’Italia. Cosa spinge tanti giovani a lasciare la Calabria? Probabilmente i giovani percepiscono una cappa che schiaccia le loro ambizioni, quando l’ho sentito dire da un 18enne mi sono chiesto: non siamo liberi di autodeterminare i nostri destini senza incorrere in problemi, ci sono sempre ostacoli. E’ bellissimo fare esperienza all’estero, però si può restare in Calabria».

