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Alessandro è un ragazzo reggino che, semplicemente, avrebbe diritto ad effettuare degli esami specialistici con urgenza a causa di una patologia. Un diritto che, però, gli viene non negato ma ostacolato da un impianto burocratico che non segue i tempi e le urgenze che le patologie impongono. Alessandro ci ha scritto in qualità di cittadino calabrese «profondamente deluso e indignato da una situazione che mette a rischio il diritto fondamentale alla salute».
In buona sostanza Alessandro riceve un’impegnativa con priorità Urgente (entro 72 ore) per esami genetici il 16/04/25. Nonostante il carattere di urgenza «ad oggi il portale CUP Calabria non rende disponibile alcuna data per la prenotazione dell’esame. Inoltre il centralino CUP in diverse telefonate intercorse riferisce che le liste prenotazione per gli esami sono chiuse dai reparti e non è prevista una data di riapertura; ciò senza nemmeno conoscere il tipo di esami da svolgere. Scrivo una PEC al governatore Occhiuto giorno 29/04/25 in cui denuncio l’accaduto e nella stessa giornata vengo contattato una prima volta dalla segreteria di Occhiuto la quale si impegna a verificare l’accaduto e sincerarsi di trovare una soluzione.
La sera del 29/04/25 il portale CUP Calabria risulta fuori servizio per manutenzione. Il 30/04/25 vengo nuovamente ricontattato dalla segreteria del governatore che mi comunica telefonicamente che posso rivolgermi direttamente al reparto del GOM per il prelievo senza prenotazione e subito dopo ricevo mail dalla stessa segreteria. Nei giorni scorsi mi sono rivolto al CUP della Regione Calabria per prenotare degli esami di laboratorio prescritti con priorità urgente (U), ovvero da eseguire entro 72 ore, come stabilito dalla normativa nazionale. Incredibilmente, mi è stato risposto che le liste per le prenotazioni sono chiuse, e che nessuno è in grado di dire quando verranno riaperte. Parliamo di esami urgenti, non procrastinabili, necessari per diagnosticare in tempo patologie potenzialmente gravi. Non si tratta di una svista o di un ritardo: è una violazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e un attacco al principio di equità nell’accesso alle cure. La Regione dovrebbe garantire, in questi casi, un’alternativa: strutture convenzionate dove effettuare la prestazione pagando solo il ticket. Ma nulla di tutto questo viene offerto o comunicato all’utente. Il cittadino resta solo, senza risposte e senza tutele.Mi chiedo: che fine hanno fatto i diritti dei pazienti? Come può una Regione accettare passivamente che le prestazioni urgenti vengano sospese, senza nemmeno offrire una via d’uscita?».
Alessandro è uno dei tanti pazienti che chiede risposte e nel chiedere aiuto vuole che qualcosa cambi affinchè non solo lui ma quanti hanno diritto a prestazioni sanitarie di questa portata possano avere risposte. Eliminando le liste «non considerano che l’utente non sa a chi rivolgersi, quanta fila ci sarà, e tutti i disagi che ne conseguono per utenza e chiaramente i lavoratori delle strutture che dovranno gestire tutto. Resta inteso che la legge prevede il “recupero delle prestazioni” qualora il SSN non possa adempiere entro il termine previsto dall’ impegnativa presso strutture private, ma non è possibile avvalersene perché non c’è uno sportello disposto a certificare l’indisponibilità».