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Un’intensa campagna referendaria ha impegnato la CGIL in vista dell’importante appuntamento elettorale dei prossimi 8 e 9 giugno. Un importante momento di partecipazione, le cittadine e i cittadini sono chiamati a votare su cinque quesiti referendari abrogativi, che riguardano temi fondamentali quali il lavoro e la cittadinanza. Vogliamo approfondire insieme a Gregorio Pititto, Segretario Generale della CGIL Area Metropolitana Reggio i risvolti positivi che la vittoria del SI comporterebbe nella vita delle persone.
La CGIL ha raccolto 5 milioni di firme in pochissimo tempo. Tante assemblee pubbliche e sui posti di lavoro, volantinaggi e banchetti informativi, una vera e propria mobilitazione. Perché ritenete che sia così importante recarsi alle urne?
Si è vero una mobilitazione messa in atto dal gruppo dirigente, da tanti lavoratori ma anche da tante cittadine e tanti cittadini mossi da un obiettivo comune: un lavoro più tutelato, dignitoso, stabile e sicuro. Crediamo che questi siano i requisiti essenziali che possano garantire la libertà sul posto di lavoro; la precarietà non consente di rivendicare i propri diritti e le conseguenze sono troppo spesso drammatiche. Questi referendum si pongono, difatti, come risposta a decenni di politiche neoliberiste che hanno ridotto lo stato sociale e i diritti dei lavoratori. Riteniamo necessario invertire la tendenza alla concentrazione della ricchezza e alla riduzione dei diritti sociali, riaffermando i valori della democrazia sociale e della giustizia economica.
In ogni occasione avete ribadito che “ciascuno di noi, con il voto, ha la possibilità di cambiare in meglio il Paese”. Che riscontro avete registrato?
Siamo stati nelle piazze con assemblee pubbliche, abbiamo incontrato disoccupati, lavoratori, giovani e anziani e la risposta è sempre stata positiva. La gente è stanca, e nonostante spesso prevalga la rassegnazione, condivide la nostra “rivolta” democratica che riguarda tutte e tutti. Con il voto ognuno ha la possibilità di dare risposte concrete ai problemi reali che affliggono il nostro Paese e direttamente o indirettamente ognuno di loro. Evidente il desiderio di contribuire a rendere migliore la vita dell’altro, del prossimo che sia italiano o straniero l’entusiasmo e la voglia di riscatto e la stessa. Uniti per i 5 SI.
Ha nominato i giovani, che ruolo hanno avuto in questa campagna referendaria?
I giovani sono consapevoli dell’importanza della vittoria dei 5 SI, hanno degli ideali, hanno un alto senso di giustizia. Sono direttamente interessati, il lavoro precario non consente loro di guardare al futuro, difficile fare un progetto di vita con un contratto a tempo determinato. Sono consapevoli dei loro diritti e condividono l’impegno della CGIL per la sicurezza sul lavoro: le tante vite spezzate fanno rabbrividire. Hanno dato il loro apporto sostanzioso sin dall’inizio con al raccolta delle firme. Ci siamo assunti una responsabilità nei confronti delle giovani generazioni e loro l’hanno capito ed in tanti ci hanno ringraziato per questa battaglia di civiltà che il nostro sindacato sta sostenendo soprattutto per loro.
Come risponde alle critiche di chi considera questi referendum soltanto simbolici e a sfondo politico?
Rispondo in modo diretto, fare sindacato è una missione e significa avere ben chiaro da che parte stare. La CGIL ha scelto di tutelare la parte debole del tavolo delle trattative: quella dei lavoratori. La nostra organizzazione sindacale ha sempre agito in linea con i principi che ci contraddistinguono, di fatto oggi siamo dove eravamo ieri, ma non perché guardiamo al passato, ma perché siamo coerenti con le nostre idee, abbiamo contestato il JOB ACT ai tempi del Governo Renzi (eravamo un milione in piazza il 25 ottobre 2014), e lo facciamo oggi a difesa dei lavoratori. Negli anni non abbiamo fatto sconti a nessuno, e questo chi ha memoria e non è impegnato a strumentalizzare la bontà della nostra “rivolta” lo sa bene. La politica la lasciamo ad altri, a chi invita a non esercitare il diritto-dovere del voto, ma è stato eletto grazie ad un voto nel segreto di un’urna e a chi firma contratti a perdere. Punti di vista differenti, ma sostanziali quando la posta in gioco e la dignità del lavoro. Ribadiamo non è un referendum contro qualcuno ma a favore di molti.
Entriamo nel merito dei quesiti referendari. I Primi quattro riguardano il lavoro può spiegare in cosa si vuole intervenire?
Si, quello proposto dalla CGIL è un referendum abrogativo e prevede: 1) Lo Stop ai licenziamenti illegittimi e punta all’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. La normativa impedisce il reintegro anche nel caso in cui il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. Questo intervento intende garantire maggiore sicurezza e stabilità occupazionale. 2) Più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese. Si punta alla cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese. In quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora il giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. L’obiettivo è innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite. 3) La Riduzione del lavoro precario. Si punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. Rendiamo il lavoro più stabile. Ripristiniamo l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato. 4) Più sicurezza sul lavoro. Si vuole intervenire in materia di salute e sicurezza sul lavoro abrogando quelle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Si mira ad estendere la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore andando in tal modo a prestare maggiore attenzione alla sicurezza e alla salute dei lavoratori con l’intento di ridurre gli incidenti e le morti bianche sul lavoro, soprattutto nei contesti più complessi come quelli legati agli appalti.
Il 5° quesito riguarda gli stranieri e ha scatenato non poche polemiche. Come risponde?
È evidente l’intento di mistificare la realtà e di ricorrere all’istigazione all’odio verso chi si ritiene diverso al fine di compromettere il risultato elettorale. Giornalmente veniamo accusati di voler aprire le porte del nostro Paese a chiunque. Niente di più falso, probabilmente chi ci attacca disconosce la normativa vigente. Con il 5° quesito sulla Cittadinanza si vuole dimezzare da 10 a 5 anni il tempo di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ma senza modificare gli altri requisiti necessari, ovvero, la conoscenza certificata della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un reddito, l’assenza di condanne penali e di pericolosità sociale e l’ottemperanza agli obblighi tributari. Questo intervento è motivato dalla volontà di promuovere l’inclusione sociale e riconoscere i diritti di coloro che vivono e lavorano in Italia, contribuendo al benessere collettivo.
La CGIL Nazionale ha garantito una presenza assidua nell’Area Metropolitana.
Si è vero ha mostrato un’attenzione particolare al nostro territorio garantendo una presenza possiamo dire costante, quasi giornaliera, nell’Area Metropolitana. Le iniziative che abbiamo organizzato in tutti i Comuni hanno visto spesso la partecipazione dei Segretari Nazionali. Luigi Giove della Segreteria Nazionale CGIL ha girato in lungo e in largo la Calabria così come il 29 e il 30 maggio abbiamo organizzato un vero e proprio tour con il nostro Segretario Generale Maurizio Landini che ha voluto essere con noi sui posti di lavoro, tra i giovani universitari, in mezzo alla gente e che ha condiviso momenti di riflessione con i Sindaci ed infine la partecipazione al Villaggio Sud di Taurianova, una delle belle realtà del nostro territorio metropolitano.
Lei crede sia possibile raggiungere il quorum?
Sono convinto di si! Direi 5 volte SI! Il raggiungimento del quorum è nell’interesse di tutti. Probabilmente non rientra nell’interesse del Governo Meloni, in considerazione della pesante azione di censura adoperata nei confronti del Referendum. È indubbio, però, che il nostro Paese sta vivendo una sorta di stallo, una crisi economica che a cascata implica delle conseguenze nella vita di ognuno di noi e sul lavoro. La carenza di investimenti importanti, le incertezze che derivano dal quadro politico nazionale ed internazionale, la difficoltà a rilanciare politiche che guardano realmente e concretamente al futuro, ad una riforma fiscale a fronte dell’invecchiamento della popolazione e al contempo l’incapacità di mettere in atto politiche attive che possano rilanciare il lavoro e il togliere valore alla contrattazione sono tutti punti che colpiscono e affondano il lavoro di qualità. Ma come tutti sappiamo, il valore del lavoro è un tema trasversale, negli ultimi anni 25 anni abbiamo assistito ad una svalorizzazione del lavoro e se il lavoro non è dignitoso diventa uno strumento di sfruttamento che mette in crisi anche la democrazia riducendo i diritti e la libertà. Le persone che abbiamo incontrato sono consapevoli di tutto ciò e intendono votare SI.
La CGIL Area Metropolitana di Reggio Calabria ha pensato ad una chiusura della campagna referendaria?
Si, concluderemoil prossimo 6 gennaio all’Arena dello Stretto con un concerto alla presenza di artisti del nostro territorio, 3 gruppi musicali e un dj set che affiancheranno sul palco gli interventi dei lavoratori. Una condivisione di momenti di sensibilizzazione alternati a momenti di spettacolo. Siamo soddisfatti della genuinità del nostro operato a favore delle fasce più deboli sui posti di lavoro e intendiamo dedicare loro questo momento al contempo carico di significato e di piacevole svago in musica.
Segretario vuole fare un appello al voto?
Abbiamo speso tante energie, siamo accanto ai lavoratori ogni giorno, parliamo e ci confrontiamo con le cittadine e i cittadini ogni giorno nelle Camere del Lavoro della CGIL, ma in questi mesi abbiamo intensificato il nostro lavoro non abbiamo guardato i giorni della settimana la posta in gioco è troppo alta, riguarda il lavoro ed il futuro dei nostri giovani. Abbiamo voluto accendere i riflettori sul lavoro precario, povero, insicuro e abbiamo fatto in modo che le cittadine e i cittadini possano decidere direttamente con il loro voto per determinare il lavoro del futuro nel nostro Paese e ridare la giusta dignità anche a chi vive, lavora e rispetta i doveri del vivere civile.

