Tumori, oltre 1300 ricoveri fuori regione: l’Asp di Reggio intensifica gli screening oncologici
Nonostante le campagne di prevenzione ancora oggi risulta scarsa l’adesione dei cittadini e i dati vedono un 43% delle persone che hanno un carcinoma curarsi fuori della Calabria

L’incidenza tumorale segna dati preoccupanti anche in Calabria. Nonostante ciò ad allarmare è la mancata adesione dei cittadini ai percorsi di prevenzioni messi a disposizione dall’Asp. Il dato è emerso durante un confronto che a Reggio Calabria ha messo a confronto medici e professionisti del settore.
Gli screening
«È opportuno sottolineare che abbiamo intrapreso l’avvio degli screening alla mammella non da moltissimo tempo. Quindi, è ovvio che i cittadini non ne sono tanto a conoscenza. Tramite un SMS su il cellulari dei nostri pazienti che sono invitati a ritirare il kit nel caso del colon retto». A spiegare come l’Asp sta avviando una nuova fase che passa anche da diverse forme di comunicazione è la commissaria Lucia di Furia. Sottolineata l’importanza del mondo dell’associazionismo per divulgare sempre di più un messaggio fondamentale sull’importanza della prevenzione.
Le modalità
I cittadini, conferma la Di Furia, quando ricevono il messaggio possono andare presso le farmacie a ritirare il kit. Riconsegnarlo lì, dopo l’auto prelievo senza nessun costo. Nel caso della mammella, invece, viene fissato un appuntamento telefonicamente presso le sedi. «L’aderenza all’adesione allo screening alla prevenzione è ancora basso – ha confermato la commissaria – ma io credo che crescerà. Anche grazie iniziative come queste che vanno diffuse grazie all’utilizzo della capacità comunicativa dell’associazionismo».
Ne ha discusso a Reggio la Rete delle Associazioni aderenti a Comunità Competente. Con l’adesione della Fidapa sezione di Reggio Calabria con il professore Francesco Carlo Morabito ordinario dell’Università Mediterranea, il dottore Sandro Giuffrida Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Reggio Calabria, con la dottoressa Adriana Romeo Responsabile organizzativa degli screening e con il Medico di Medicina Generale Domenico Catalano Coordinatore della AFT Diogene.
Questa iniziativa “Diamo una mano agli screening dei Tumori femminili, del Colon-Retto ed alla vaccinazione contro il papilloma virus ” nasce perché in Calabria e nella nostra provincia da quando sono stati istituiti i Livelli Essenziali Assistenziali (Lea), nel lontano 2001, siamo sempre stati annualmente bocciati dal Ministero della Salute su questa vitale problematica.
L’incontro
Purtroppo non si tratta di ripetere l’anno. Ma di tutelare la salute delle donne e degli uomini della nostra Regione che nel solo 2022, per quanto attiene ai ricoveri ordinari e day hospital fuori Regione, hanno raggiunto il preoccupante numero di 1.386.
Comunità Competente per bocca del suo portavoce Rubens Curia ritiene che sia venuto il momento di tessere una Rete Integrata. Costituita dal mondo delle Associazioni di cittadini organizzati, dal Forum del Terzo Settore, dal mondo del Sindacato dai Club service dalle Aziende Sanitarie. Dalle Farmacie e dalle Agenzie Educative per incrementare l’adesione dei Calabresi agli screening ed alla vaccinazione contro il papilloma virus e per potenziarne l’organizzazione.
Prevenzione papilloma virus
Parte da Reggio con proposte concrete perché finalmente la Calabria cancelli questa grave inadempienza ed ai Calabresi sia garantito il diritto alla salute. Altra novità portata avanti dall’Asp reggina è il test per riconoscere e prevenire il papilloma virus. A chiarire i metodi e l’approccio è stata la dottoressa Maria Teresa Fiorillo responsabile del laboratorio di patologia clinica Polo Sud.
«Il test del papilloma virus è il test di elezione per la prevenzione del carcinoma della cervice uterina. E anche noi abbiamo finalmente cominciato questo tipo di screening. In questo momento stiamo effettuando il prelievo presso i consultori ma a breve effettueremo l’auto prelievo in casa».
Anche in questo caso le donne di un’età compresa tra i 30 e 64 anni riceveranno un SMS col quale verranno invitate ad andare nelle farmacie che aderiscono allo screening a prelevare un tampone. Il tampone viene portato a casa ed effettuato il prelievo per poi riconsegnarlo in farmacia che, grazie al loro sistema distribuzione, provvederanno a portare il tampone il laboratorio dove noi eseguiremo il test dell’HPV che permette di identificare 14 genotipo ad alto rischio. E, quindi, le donne positive verranno poi richiamate per effettuare il pap-test e se ci sono alterazioni citologiche si procederà poi alla colposcopia».
La comunicazione
Diffondere il messaggio diventa la chiave fondamentale per agire nella popolazione in termini di prevenzione. E il dato che emerge lo ha chiarito il dottore Giuffrida. «Ci siamo resi conto naturalmente che oltre alla clinica, estremamente importante, la prevenzione. Soprattutto in una regione dove la parte clinica ha delle carenze non legate alla preparazione e la competenza dei medici ma soprattutto di tipo organizzativo, di risorse, diventa un’arma fondamentale per ridurre l’incidenza dei tumori.
Per questo motivo stiamo cercando in maniera forte di rilanciare gli screening tumorali che riguardano il tumore del colon retto, alla mammella e del tumore della cervice uterina. L’adesione agli screening nonostante il nostro sforzo e la messa a disposizione di notevoli risorse e di un grande numero di appuntamenti per fare gli screening, è abbastanza modesta».
Dati allarmanti
Un dato che stride se messo in relazione con il recente rapporto Svimez che, come ha ricordato Curia, dice che «in Calabria il 43% delle persone che hanno un carcinoma vanno a curarsi fuori della Calabria. E quindi la nostra iniziativa si diffonderà in tutta la Calabria. Vuole fare in modo tale che da una parte ci sia una maggiore adesione agli screening da parte dei calabresi e che poi l’organizzazione degli screening sia messa a punto in modo tale che possa funzionare».
E i numeri emersi durante il confronto dono preoccupanti. Per quanto riguarda il tumore della mammella, del colon retto e dell’utero nel 2022 abbiamo avuto una mobilità passiva pari a 1300 ricoveri fuori regione. Per Curia «Il 43% la dice lunga. Nel 2021 nella provincia di Reggio Calabria abbiamo avuto 427 casi di carcinoma e per quanto riguarda la mammella 374. Se poi andiamo a vedere quella che è la mobilità passiva vediamo che per quanto riguarda il colon retto 152 persone sono andate fuori a farsi curare. E per quanto la mammella 206, quindi, superiamo il 50%».
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