Tutti gli articoli di Ambiente
PHOTO
Dagli ambienti sterili del post trapianto dell’ospedale Morelli al degrado del rione Marconi, nella zona Sud di Reggio Calabria. Questo il destino che attende i pazienti onco-ematologici, non residenti a Reggio e ospiti di casa Ail a Reggio Calabria. Nonostante le numerose denunce della stessa associazione, di residenti e di pazienti, la situazione continua ad essere critica. Persone trapiantate e affette da leucemia, dunque più fragili e vulnerabili, rimangono esposte, unitamente ai residenti, al degrado generato da rifiuti di ogni genere abbandonati impunemente.
L’esposto in procura
Si tratta dell’ampia discarica a cielo aperto che si nasconde al rione Marconi, tra l’ultima schiera di alloggi popolari e quella rimasta da decenni incompiuta (lato plesso Morelli del Gom). Domenico Tripodi, che nella zona adiacente alla discarica vorrebbe allestire una unità locale della sua azienda, ha già presentato un esposto alla Procura e a tutte le istituzioni territoriali a maggio. Una nuova segnalazione qualche giorno prima di Ferragosto è stata dallo stesso inoltrata in prefettura.
La testimonianza
«Ho scoperto di essere malata di leucemia nel dicembre 2024. Sono stata ricoverata a Cosenza, ospedale a me più vicino. Dopo i quattro mesi di chemioterapia c’è stato bisogno di un trapianto. Questo è il motivo per cui sono venuta a Reggio Calabria. Qui – denuncia la giovane paziente Valentina – presso l’ospedale Morelli, dove ha sede il centro regionale Trapianti Midollo Osseo, lo scorso maggio ho subito un trapianto.
Come da prassi, dopo la permanenza per un mese in stanza sterile in ospedale, un volta dimessa, non essendo residente a Reggio, ho trovato ospitalità in casa Ail. Mi sono ritrovata con una discarica a cielo aperto a qualche metro dal cancello di ingresso e con macchine bruciate e spazzatura di ogni genere a pochi centimetri dall’ambulanza sulla quale dovevo salire per recarmi alle visite di controllo in ospedale».
Il trapianto e il nuovo ricovero
«È davvero serio il rischio per la salute già delicata, mia e di tutti gli ospiti di casa Ail. Mentre ero nella casa ho preso un batterio che mi ha costretto a una nuova degenza per circa 20 giorni nel reparto di Ematologia sempre dell’ospedale Morelli.
Una situazione che noi ospiti di Casa Ail riteniamo intollerabile e che abbiamo più volte segnalato. Io adesso sono tornata a Cosenza ma in quel degrado sarà costretto a convivere chi come me subirà un trapianto. Invece di poter contare su un ambiente sicuro anche all’esterno di casa Ail, si ritroverà in mezzo a una discarica. Purtroppo nulla di concreto ha fatto seguito, fino adesso, alle nostre segnalazioni», conclude Valentina.

