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«L’annuncio da parte del presidente Roberto Occhiuto dell’uscita imminente della Regione Calabria dal commissariamento non può suscitare particolare clamore o sollievo in chi conosce quanto le acque in cui naviga la sanità calabrese siano torbide e agitate». Lo afferma la Segreteria Confederale della Cgil Calabria, sottolineando come la realtà sanitaria regionale presenti ancora paradossi e lacune profonde.
La situazione ospedaliera resta critica: strutture depotenziate, carenza di medici di base, ambulanze demedicalizzate e bandi di assunzione deserti. Sul fronte delle infrastrutture sanitarie, la realizzazione delle Case della Salute, finanziate con fondi del Pnrr e previste entro il 2026, è ancora un’incognita.
La Cgil punta il dito anche sull’emigrazione sanitaria, diventata per molti un obbligo più che una scelta, e denuncia una progressiva privatizzazione del sistema sanitario. «Il diritto alla salute? In Calabria non è esigibile», afferma il sindacato, sollevando dubbi sulla reale sanità dei debiti e sul raggiungimento degli standard minimi dei Lea.
Alta Velocità e Ponte sullo Stretto: la posizione della Cgil
Non solo sanità. La Cgil Calabria evidenzia anche gravi ritardi sulle infrastrutture, in particolare sul progetto dell’Alta Velocità. «Manca un miliardo di euro per il completamento del tratto fino a Praia a Mare e, per il resto della Calabria, esistono solo progetti di massima e studi di fattibilità, senza finanziamenti concreti». A ciò si aggiunge l’elettrificazione della linea ferroviaria jonica, ancora non completamente finanziata fino a Melito Porto Salvo.
La richiesta del sindacato è chiara: definanziare il Ponte sullo Stretto e dirottare le risorse su opere prioritarie per il territorio, come l’ammodernamento della Statale 106 Ionica e dell’Autostrada A2 nei tratti ancora incompleti.
Università e ingerenza politica: la polemica sull’Unical
La Cgil si oppone con forza anche all’emendamento presentato da Forza Italia, che prevede la proroga del mandato fino al 2027 per i Rettori delle Università con facoltà di medicina nelle regioni soggette a piani di rientro sanitari. Secondo il sindacato, si tratta di una grave ingerenza politica che rischia di compromettere la democrazia interna delle università.
«Non si può impedire alle componenti accademiche di esprimersi attraverso il voto per eleggere il nuovo Rettore», sostiene la Cgil, che invita il Rettore dell’Unical a non prestarsi a questa logica e a tutelare l’autonomia dell’ateneo.
Una posizione netta, che si inserisce in un quadro più ampio di preoccupazioni per il futuro della Calabria, tra sanità in affanno, infrastrutture al palo e decisioni politiche contestate.