giovedì,Aprile 25 2024

Reggio, l’ex fabbrica agrumaria Italcitrus di Catona tra degrado e prospettive

Per l’ex stabilimento abbandonato, da tempo di proprietà del Comune, una prospettiva di rinascita con i Pon Città metropolitane

Reggio, l’ex fabbrica agrumaria Italcitrus di Catona tra degrado e prospettive

Dell’attività agrumicola florida avviata negli anni Sessanta-Settanta con l’obiettivo di generare sul territorio economia e occupazione, nel reggino restano rovine come questa fabbrica dismessa, dove la ruggine segna i decenni di abbandono decorsi senza interventi di smantellamento, bonifica e riqualificazione, richiamando il tradimento dell’ennesima promessa di sviluppo.

Siamo a Catona, quartiere costiero a Nord di Reggio Calabria, e questo capannone industriale, con gli scheletri degli immobili per uffici di fronte, è ciò che resta dell’ItalCitrus Spa, l’ex stabilimento di lavorazione degli agrumi, acquistato incautamente nel 2004 al prezzo di due milioni e mezzo di euro dal comune di Reggio Calabria, quando sindaco era Giuseppe Scopelliti, che per questa vicenda fu condannato a risarcire il Comune stesso.

L’acquisto e la mancata riconversione

Rilevato con lo scopo di riconvertirlo in un centro di produzione Rai, l’ex stabilimento di lavorazione, già in stato di abbandono, era ancora gravato da una consistente presenza di amianto. Nessuna riconversione ebbe mai luogo e in questo reperto di archeologia industriale, che campeggia sulla strada Nazionale tra Gallico e Catona nel comune di Reggio, sono visibili anche dei residui delle attività di produzione che non sono stati mai smaltiti.

Insomma un altro scheletro che deturpa e un ricettacolo di erbacce e rifiuti che sporca e contamina la Città dello Stretto e degrada il quartiere di Catona. Un’ex fabbrica che nessuno ha voluto ricomprare, nonostante i numerosi tentativi del comune reggino di venderla all’asta.

Degrado e nuove prospettive di recupero

All’orizzonte c’è adesso una nuova prospettiva di recupero dello spazio per farne un parco urbano. Di un milione e mezzo di euro è, infatti, la spesa contemplata nell’ambito del sesto asse Ripresa verde, digitale e resiliente del Piano Operativo Città Metropolitane 2014/2020, derivante dalla riprogrammazione post React Eu. Un capannone industriale, edifici e terreni devastati dal tempo e in completo stato di abbandono, dopo altre già naufragate, adesso al centro di una nuova progettualità che non potrà prescindere da una preliminare, seppure tardiva, bonifica.

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