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Non annovera una promozione nella massima serie (fino adesso!). E tuttavia la storia dell’associazione sportiva dilettantistica Elio Sozzi, iniziata 50 anni fa nel lontano 1974, non è per questo meno importante, meno intensa, meno bella. Anzi.
Quando è la passione a guidare il passo ciò che conta è giocare, esserci a lungo e in salute, coinvolgere. Vincere certamente gratifica, ma gratifica anche vedere crescere e radicarsi un progetto sportivo e sociale che, per chi lo alimenta, è un autentico progetto di vita. Senza questo percorso, nessuna vittoria sarebbe piena.
L’intuizione fu di un giovane Tommaso Laurenda che dal dolore della perdita in circostanze tragiche di un amico, l’arbitro di volley Elio Sozzi, volle far germogliare questo progetto sportivo, oggi arrivato a segnare il suo primo mezzo secolo di vita.
Giocare è crescere
Intere generazioni di giovani donne si sono formate nella sua scuola volley perchè tutto è partito da lì, dalle bambine e dalle adolescenti alle quali è stato proposto il bellissimo sport della pallavolo e l’opportunità di crescere divertendosi e impegnandosi sotto rete. Tutto è partito e ancora prosegue, aprendo anche al settore giovanile maschile.
Tommaso Laurenda: «Ci ho sempre creduto e ci credo ancora»
«In tanti non credevano che saremmo durati, che saremmo arrivati fino a qui. Invece siamo arrivati e andremo ancora avanti. Ho sempre creduto che i bambini e i giovani dovessero avere l’opportunità di giocare e di misurarsi in campo. Mia figlia Stefania ha capito fino in fondo il senso di questo percorso, di questa mia dedizione assoluta e nel tempo ha abbracciato il progetto portandolo avanti con una passione sempre crescente», racconta il presidente dell’asd Pallavolo Elio Sozzi, Tommaso Laurenda. Un compleanno speciale per la sua asd Elio Sozzi e un regalo che ha fatto all’intera comunità proprio mentre lui si accinge a compiere i suoi “primi” 80 anni tra qualche giorno.

Un traguardo che ha meritato la grande festa nei campi di Modena, nella zona sud di Reggio Calabria, cuore pulsante della scuola volley e casa del nutrito settore giovanile della società. Oggi sono duecentotrenta gli atleti dell’asd Pallavolo Elio Sozzi. Di questi un centinaio sono bambine e adesso anche bambini che muovono i primi passi nello sport del volley.
Stefania Laurenda: «Questo progetto è tutto per noi»
«Questa giornata è molto importante per noi. Rappresenta tutta la nostra storia. Come ha detto Carmen Foti, il nostro capitano della squadra di serie C, qui c’è casa, c’è famiglia, c’è il sogno. Insomma questo progetto è stato, è e sarà sempre tutto per noi. Qui le ragazze e i ragazzi sono accolti e inclusi, ancora prima che coinvolti in un progetto sportivo che poi li vede crescere. Questo per noi è l’aspetto più importante dal quale partire per costruire tutto il resto.

Segniamo un traguardo importante con questi 50 anni ma già guadiamo avanti. È nostra intenzione coprire uno di questi due campi per renderlo un impianto al chiuso che certamente qualificherà il nostro progetto e tutto il territorio», racconta Stefania Laurenda, cresciuta a pane e pallavolo, componente staff tecnico e dirigente Asd Elio Sozzi di Reggio Calabria.
Antonio Sozzi: «Mio fratello Elio continua a vivere in un modo bellissimo»
«Mio fratello Elio oggi di anni avrebbe 74 anni. Sono davvero molto felice di essere qui in occasione di questo compleanno. Il grande gesto compiuto da Tommaso 50 anni fa, ha reso possibile che il suo nome continuasse a risuonare, legandosi ad una realtà così bella come una società sportiva che coltiva le passione dei giovani. Ecco il fatto che il nome di mio fratello continui a vivere in una realtà così bella mi emoziona davvero molto». Così Antonio Sozzi, fratello di Elio alla memoria del quale è stata costituita nel 1974 la società, giunto dalla Sicilia per questa occasione speciale.
Annalisa Parra: «Questa società è stata per me casa»
«Questa giornata è semplicemente emozionante e dimostra come quando si faccia sport in modo sinceramente appassionato, quei valori si diffondono e raggiungono tutte le persone che sono dentro e intorno. Io ero già mamma della mia prima figlia, Ilaria, quando iniziai a giocare in questa società che negli anni Novanta abbiamo portato in serie B. Poi di figlie ne ho avuto altre due, Giulia e Sara, e questa società è stata per me come una casa. La passione per il volley ha contagiato le mie figlie e le mie nipoti. Oggi sono un’insegnante di educazione fisica e tocco con mano il bisogno degli adolescenti di staccarsi da telefoni e computer e praticare attività motoria. Dunque questo progetto avviato 50 anni fa era e resta attuale e di grande valenza sociale oltre che sportiva», così l’ex pallavolista Annalisa Parra.
Domenico Panuccio (Fipav): «Un traguardo pienamente meritato»
«Credo che questa sia la festa della pallavolo femminile reggina e calabrese. Nessuno potrebbe smentire questo. Tommaso e sua moglie Isa hanno avuto una forza e una determinazione encomiabili, senza le quali questo progetto non sarebbe durato e non sarebbe destinato a durare. Tommaso ha seguito le sue ragazze passo dopo passo con costanza e passione e questo traguardo è tutto meritato. Siamo tutti felici». Così il presidente del comitato territoriale della Fipav di Reggio Calabria, Domenico Panuccio.


