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Si apprestano a vivere una nuova primavera il bene confiscato sito nella zona di Condera a Reggio Calabria e la cooperativa Rom 1995 alla quale fu assegnato negli anni 2000 dal Comune.
Confiscato a Paolo Aquilino nel 1997, il fabbricato a due piani con cortile, era stato ristrutturato dalla Regione. Il primo bene sottratto alla ‘ndrangheta che il Comune di Reggio, con Italo Falcomatà sindaco, assegnò per fini sociali e collettivi, a pochi anni dalla promulgazione della legge 109 del 1996 che aveva introdotto il riutilizzo sociale degli immobili confiscati. Quasi un quarto di secolo fa, veniva contestualmente avviata la virtuosa esperienza di raccolta di rifiuti ingombranti in città impiegando personale di etnia Rom.
La finalità ambientale e quella dell’integrazione lavorativa dei rom, erano e sono ancora i tratti distintivi della mission della cooperativa sociale e del riutilizzo del bene confiscato. Tratti distintivi che il Centro del Riuso che nel pomeriggio di oggi alle 18 verrà inaugurato proprio in quei locali mantiene. Per via della lunga crisi che ha colpito l’attività della cooperativa, il personale negli anni ha subito una riduzione. Resta lo slancio di un’esperienza che ancora ha molto da offrire al territorio di Reggio Calabria dal quale ripartire per tornare a crescere.
Stessa mission e nuovo percorso
«Siamo molto felici di questo nuovo percorso che proponiamo alla cittadinanza di compiere con noi. Un percorso reso possibile grazie ai fondi del Pon Metro del Comune reggino. Dobbiamo dire grazie, per la consulenza scientifica, anche al laboratorio Abitalab afferente al dipartimento di Architettura e Territorio dell’università Mediterranea alla professoressa Consuelo Nava e all’associazione Pensando meridiano. Questo Centro del Riuso arriva dopo anni difficili – spiega Domenico Modafferi, presidente della cooperativa Rom 1995 – in cui abbiamo dovuto resistere. Siamo partiti in 25 nel 2000 con la raccolta di rifiuti ingombranti e su strada. Poi la crisi iniziata nel 2010, dopo la quale abbiamo fatto molta fatica. Oggi ripartiamo con questa nuova avventura in 9, con contratti part-time, affiancando all’attività relativa ai rifiuti apparecchiature elettriche e elettroniche (Raee) provenienti da rivenditori e commercianti che dal 2011 ancora svolgiamo, anche quella di recupero e riuso.
Il Centro del Riuso ha sede al piano terra dove prima erano ubicati gli uffici, spostati adesso al primo piano. Con lo spazio Dona e Riusa e i laboratori di restauro falegnameria e tappezzeria, ci saranno aule per la formazione e anche un’area adibita a showroom per l’esposizione e la commercializzazione del frutto del nostro recupero. Se l’esperienza crescerà, come noi speriamo, potremo certamente estendere i contratti esistenti e magari anche procedere con nuove assunzioni, rilanciando la nostra esperienza di inserimento lavorativo delle persone di etnia rom. Tutto ciò portando a Reggio un servizio che in altre città è già una virtuosa componente dell’economia circolare reale».
Donare per rimettere in circolo
«Qui sarà possibile donare oggetti e arredi in buone condizioni affinchè siano recuperati. Invece di destinarli a rifiuto potranno avere nuova vita. Questo centro prevede infatti la “ri-manifattura” di questi oggetti nell’ottica di rivenderli in circuito improntato alla trasparenza e alla legalità. Il tutto sarà realizzato anche da dipendenti di etnia Rom e sarà sostenuto dal nostro impegno e dalla scelta consapevole e responsabile che sarà compiuta dalla cittadinanza. Tutto ciò differenzia questo centro del Riuso da un mercatino dell’usato. Saremo disponibili presso i nostri locali già da domani per il conferimento e avremo anche una postazione informativa presso l’isola ecologica qui accanto.
Confidiamo che la cittadinanza voglia sostenere la nostra esperienza dimostrando di crederci ancora e di essere ancora con noi. Nonostante la crisi, la nostra esperienza non si è dispersa ma può rinascere, mantenendo la sua identità, seppure con altri percorsi». Così ancora Domenico Modafferi, presidente della cooperativa Rom 1995.
La fatica degli ultimi 15 anni
«Un’esperienza andata in crisi nel 2010 quando all’epoca Leonia, nonostante le rassicurazioni del Comune non assecondò l’opzione del subappalto a noi della raccolta dei rifiuti ingombranti. In quel momento iniziarono le nostre difficoltà e una serie di attività precarie che nel tempo non hanno garantito stabilità alla cooperativa. Siamo stati a lungo in cassa integrazione, riuscendo a mantenere tutto il personale assunto. Ci siamo aiutati per un breve lasso di tempo con l’attività su chiamata di traslochi di uffici comunali.
Nel 2015 avevamo iniziato a lavorare sottocosto per Avr espletando la raccolta di rifiuti ingombranti. Una collaborazione senza adeguato corrispettivo che abbiamo interrotto alla fine del 2017 senza però vedere transitare, come promessoci, il personale alle loro dipendenze. Siamo riusciti a mantenerlo come cooperativa solo per poco. Alla fine del 2018 abbiamo, nostro malgrado, dovuto licenziare oltre 10 dipendenti, assunti con contratti a tempo indeterminato e alcuni dei quali anche con quasi 20 anni di anzianità.
Dopo tutte queste fasi difficili e altalenanti oggi siamo qui con la nostra tenacia e la nostra determinazione a dire che vogliamo ancora contribuire al bene comune con la nostra attività orientata al sociale, alla legalità e al rispetto dell’ambiente. Ecco perchè siamo ancora qui per inaugurare un Centro del Riuso moderno e dalla grande valenza sociale».
Appuntamento oggi alle ore 18 in via Reggio Campi II Tronco, 199 a Reggio Calabria.

