martedì,Gennaio 14 2025

San Luca, insediata in municipio la commissione d’accesso antimafia

I funzionari prefettizi dovranno accertare eventuali condizionamenti della criminalità organizzata nell’attività amministrativa del Comune

San Luca, insediata in municipio la commissione d’accesso antimafia

Si è insediata al Comune di San Luca la commissione d’accesso antimafia, per accertare eventuali condizionamenti della criminalità organizzata nell’amministrazione guidata dall’ex sindaco Bruno Bartolo, che ha concluso il suo mandato poco meno di un mese fa. Nel paese caro a Corrado Alvaro nessuna lista è stata presentata per le elezioni amministrative di giugno. Così a traghettare l’ente è stato nominato un commissario che si occuperà dell’ordinaria amministrazione. L’arrivo dei funzionari prefettizi era già stato preannunciato dal presidente della commissione parlamentare Chiara Colosimo, in visita a San Luca nei giorni scorsi.

L’iter per lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali per i quali siano stati accertati fenomeni di infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso è disciplinato dall’articolo 143 del Testo Unico degli Enti locali. Compito della commissione di indagine, composta da tre funzionari della pubblica amministrazione, è quello di verificare la sussistenza di “concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori”, “ovvero su forme di condizionamento degli stessi, tali da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento o l’imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali, nonché il regolare funzionamento dei servizi ad esse affidati, ovvero che risultino tali da arrecare grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica”.

Per svolgere i propri accertamenti, la commissione ha tre mesi di tempo dalla data di accesso, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, quindi rassegna al prefetto le proprie conclusioni. Entro quarantacinque giorni dal deposito delle conclusioni, il prefetto, “sentito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica competente per territorio”, invia al Ministro dell’interno una relazione nella quale si dà conto dell’eventuale sussistenza degli elementi relativi a infiltrazioni o condizionamenti di tipo mafioso. L’eventuale scioglimento, viene quindi disposto con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione, ed è immediatamente trasmesso alle Camere. Nel caso in cui invece non sussistano i presupposti per lo scioglimento o l’adozione di altri provvedimenti, il Ministro dell’interno, sempre entro tre mesi dalla trasmissione della relazione, emana comunque un decreto di conclusione del procedimento.

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