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Da Palermo fino a Reggio Calabria passando per Milazzo, Catania, Agrigento, Licata, Messina, Melito Porto Salvo, Villa San Giovanni e Nicotera. Tra giugno, luglio e agosto del 1860, Giuseppe Garibaldi dalla Sicilia sbarcava in Calabria con i Mille, scrivendo anche nelle acque del mar Jonio e nel reggino pagine di storia Preunitaria.
Lo sbarco a Melito Porto Salvo
Garibaldi sbarcava a Melito Porto Salvo sulla spiaggia di Rumbolo, a poche centinaia di metri dal Santuario di Porto Salvo, il 19 agosto 1860. Strategico fu lo sbarco a Melito Porto Salvo, la cui denominazione deriva anche da esso in quanto Porto Salvo per Garibaldi e i suoi quando, assediata dalle truppe borboniche, la nave garibaldina si arenò e le camice rosse trovarono rifugio presso Palazzo Ramirez. La ‘casina dei mille’, oggi, sulla sua facciata mostra la palla di cannone, testimonianza della battaglia.
Il 20 agosto mattina, il generale del Regno delle Due Sicilie, Carlo Gallotti, ordinava di muovere verso il torrente Sant’Agata per attendere l’arrivo di Garibaldi. Poi le truppe furono spostate al Calopinace.
La sera del 20 agosto iniziava la marcia su Reggio attaccata dalle colline orientali le prime ore del giorno del 21 agosto. Cosenz, intanto, da capo Faro sbarcava con un migliaio di volontari tra Scilla e Bagnara per dirigersi in Aspromonte.
Entrate in città, le forze garibaldine furono divise in due colonne per raggiungere da tutti i lati piazza Duomo e iniziare a fare fuoco sulle truppe regie disposte davanti a palazzo Tommasini. Il generale Nino Bixio restò ferito.
La battaglia di piazza Duomo
Il generale Fileno Briganti, incaricato di dare supporto al generale Gallotti, il 21 mattina, continuò la marcia verso Reggio. Giunto al ponte dell’Annunziata distaccò due compagnie per attaccare dalla parte del mare e inviò altre quattro verso il rione Santa Lucia. I garibaldini, già posizionati su entrambe le direttrici, fecero fuoco contro le truppe regie.
Dopo un combattimento di due ore, le truppe borboniche furono sconfitte. Fu deciso così il ritiro verso Villa San Giovanni.
Nel pomeriggio, il generale Gallotti, vista la ritirata del Briganti e l’allontanamento dalla rada delle navi borboniche, firmò la resa del Castello. Dopo la vittoria, Antonino Plutino fu nominato governatore della provincia con «poteri illimitati».
La stele in piazza Castello
A memoria di questo frangente cruciale di storia preunitataria, nel 2013 la commissione straordinaria alla guida dell’ente comunale, pose una stele in pietra al castello Aragonese (foto) in ricordo della vittoria garibaldina della cruenta battaglia consumatasi il 21 agosto 1860.
Sulla stele si legge: «Su questo munito e forte castello, primo baluardo continentale del regno delle Due Sicilie, Giuseppe Garibaldi i patrioti di Reggio e tremila Camicie rosse, dopo una battaglia cruenta e decisiva, issarono il Tricolore dei mille nel nome della libertà e dell’unità d’Italia e di tutti gli italiani».