Magliette bianche per portare luce nel buio dell’orrore di ogni conflitto armato. Mentre spirano prepotenti i venti guerra, crescono le tensioni in medioriente tra Israele e Iran e la mobilitazione internazionale nella piazze per denunciare il genocidio in atto sulla striscia di Gaza, mentre in Ucraina i negoziati non fermano le offensive russe, i poeti rivendicano il ruolo di fiaccole di umanità i poeti. Fuori da ogni giudizio politico, si oppongono con la forza della parola poetica alla guerra senza se e senza ma.

Rivendicano quel ruolo di intellettuali chiamati a scuotere le coscienze, a metterle in ascolto del primordiale istinto alla vita, ricollocando al centro l’urgenza di placare le tensioni, di dare ascolto al cuore e non al fuoco delle armi.

Il corteo dei Poeti contro la guerra

Dopo la presentazione nella chiesa di San Giuseppe al Corso di Reggio Calabria, guidata da padre Pasqualino Catanese, vicario dell’arcidiocesi Reggio-Bova e anche lui poeta, di “Cento e uno Poeti per la pace”, la raccolta di poesie proposte nelle prime due edizioni del concorso nazionale “Poesia per la pace” svoltosi a Santo Stefano in Aspromonte, i poeti hanno raggiunto in corteo piazza Italia. Qui hanno consegnato una copia della raccolta ad Antonio Ruvolo, capo di Gabinetto del Comune.

Presenti con i poeti e con Giovanni Suraci, il coordinatore del concorso, molti giurati e anche il sindaco di Santo Stefano in Aspromonte, Francesco Malara, e il poeta e saggista di Palmi oltre che rappresentante della casa editrice che curato la pubblicazione della raccolta, Natale Pace.

La giuria del concorso è presieduta da padre Giuseppe Sinopoli ed è composta da Pina De Felice, Samantha De Martin, Sandra Di Camillo, Alfredo Iatì, Marina Neri, Francesco Tassone, Daniela Scuncia, Mario Taverriti, Orsola Toscano, Ilda Tripodi e Alfredo Vadalà.

Ad arricchire la manifestazione anche le note del gruppo musicale di Bova Marina, Tela di Ragno e la voce di alcuni ragazzi del coro del liceo Scienza Umane Tommaso Gulli di Reggio Calabria, diretti da Iside Gurnari.

La chiamata ai “versi”

«Abbiamo sentito la chiamata all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina. Non si poteva e non si può restare inerti e indifferenti dinnanzi alle tragedie in atto. Riteniamo – spiega il coordinatore del concorso nazionale Poesie per la Pace, Giovanni Suraci  – che la cultura avrebbe dovuto fare molto più rumore con le sue parole per invocare la pace. Già nell’estate di due anni fa, avevamo intuito una pericolosa deriva guerrafondaia che aleggiava e che oggi si manifesta in tutta la sua gravità. Già allora avevamo intuito che solo attraverso il dialogo avremmo potuto spezzare quella spirale di violenza, distruzione e morte.

Dove germoglia la poesia, infatti, non alberga il male. Dove ci sono i versi i cuori sono uniti e vigili su cosa sia davvero importante.

In questi anni nei dibattiti pubblici l’argomento purtroppo è stato marginalizzato. Dunque occorre rimediare alla colpevole disattenzione finora riservata alla tragedia dal mondo della cultura. Ecco perché – spiega ancora il coordinatore del concorso nazionale Poesie per la Pace, Giovanni Suraci – la società civile ha l’obbligo di svegliare le coscienze e non rimanere indifferente. L’Umanità è fortemente minacciata. Il nostro appello ha raccolto l’adesione di oltre quaranta associazioni culturali e sportive della città e di tutta la Calabria.

Il nostro impegno civile è contro ogni forma di violenza. Il bando della terza edizione del concorso nazionale “Poesia per la pace”, alla quale ricordiamo che la partecipazione è gratuita, scadranno il prossimo 30 giugno. Il prossimo 30 agosto saremo a Santo Stefano in Aspromonte per la Giornata della Pace e la cerimonia di premiazione. Le tragiche cronache dal mondo non ci consentono di fermarci  – conclude il coordinatore del concorso nazionale Poesie per la Pace, Giovanni Suraci – e noi non ci fermeremo. La nostra voce deve crescere».